Novella 2000
Lidia Bobbone - L'Arte tra Mistero e Rivelazione
11.01.2023 - Articolo sulla rivista Novella 2000 anno 104 n°4 di Stefania Pieralice, (Curatrice di diversi Padiglioni Nazionali della Biennale di Venezia , di Mostre d'Arte di rilevanza internazionale, responsabile delle collane scientifiche sull’arte contemporanea pubblicate da De Agostini), nella Rubrica "A Regola d'Arte" curata dal Conte Daniele Radini Tedeschi Storico dell'Arte, Commissario alla Biennale di Venezia e fautore di contributi alla RAI, Mediaset e La7. Direttore editoriale dell'Atlante dell'Arte Contemporanea De Agostini.
Lidia Bobbone - L'Arte tra Mistero e Rivelazione
11.01.2023 - Articolo sulla rivista Novella 2000 anno 104 n°4 di Stefania Pieralice, (Curatrice di diversi Padiglioni Nazionali della Biennale di Venezia , di Mostre d'Arte di rilevanza internazionale, responsabile delle collane scientifiche sull’arte contemporanea pubblicate da De Agostini), nella Rubrica "A Regola d'Arte" curata dal Conte Daniele Radini Tedeschi Storico dell'Arte, Commissario alla Biennale di Venezia e fautore di contributi alla RAI, Mediaset e La7. Direttore editoriale dell'Atlante dell'Arte Contemporanea De Agostini.
SFEROè Arte Filo Armonico Logica
LIBRO
Presentazione del Movimento Artistico Filosofico SFEROè Arte Filo Armonico Logica.
Teorizzato e per la prima volta nella storia contemporaneamente pragmatizzato
dal suo Teoreta e Pragmatico il M° Lidia Bobbone tramite le Arti letterarie, grafiche e visive.
Teorizzato e per la prima volta nella storia contemporaneamente pragmatizzato
dal suo Teoreta e Pragmatico il M° Lidia Bobbone tramite le Arti letterarie, grafiche e visive.
Seguiranno brevi articoli pubblicati anche nel gionale online ZED
Palermo 17.11.2017 - Il 17 novembre del 1869 viene inaugurato il canale artificiale navigabile di Suez in Egitto.
Su progetto dell'ingegnere italiano Luigi Negrelli, viene realizzato dal francese Ferdinando de Lesseps con il sostegno francese, in un periodo di circa 15 anni.
Quest'apertura ha eliminato la necessità di circumnavigare l'Africa permettendo la navigazione di circa 17000 navi all'anno dal Mediterraneo all'oceano Indiano transitando mediamente in 15 ore alla velocità di 9 nodi e con la presenza di uno o due piloti responsabili del rispetto dell'ordine dei convogli e della puntualità dei passaggi ai semafori presenti ogni 10 Km circa.
Il 17 novembre alla sfarzosa cerimonia per la quale Johann Strauss II compose la Egyptsischer - Marsch (Marcia Egizia) presenzìo l'Imperatrice Eugenia de Montijo, l'ultima Sovrana di Francia.
Lidia Bobbone
https://www.facebook.com/groups/146183629333694/
https://www.facebook.com/sferoe.arte.cultura.sociale/
http://sferoe-libero-rubricario-d-arte.webnode.it/
http://www.sferoe.com/
Lidia Bobbone "Navi" - 2015, acrilico su tela - Cm.100x70
Su progetto dell'ingegnere italiano Luigi Negrelli, viene realizzato dal francese Ferdinando de Lesseps con il sostegno francese, in un periodo di circa 15 anni.
Quest'apertura ha eliminato la necessità di circumnavigare l'Africa permettendo la navigazione di circa 17000 navi all'anno dal Mediterraneo all'oceano Indiano transitando mediamente in 15 ore alla velocità di 9 nodi e con la presenza di uno o due piloti responsabili del rispetto dell'ordine dei convogli e della puntualità dei passaggi ai semafori presenti ogni 10 Km circa.
Il 17 novembre alla sfarzosa cerimonia per la quale Johann Strauss II compose la Egyptsischer - Marsch (Marcia Egizia) presenzìo l'Imperatrice Eugenia de Montijo, l'ultima Sovrana di Francia.
Lidia Bobbone
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Lidia Bobbone "Navi" - 2015, acrilico su tela - Cm.100x70
"Estate" - comp. 4 t. 70X50 - olio - 2008 (collezione privata)
Un po’ tutti sappiamo qual è il valore pratico e morale di questa ricorrenza, ma il ricordo costante di ciò che è stato e del prezzo pagato per ottenerlo, tiene sveglia la memoria di ciò che rappresenta il “voler fare” a tutti i costi, costi quel che costi!.
La Festa della Repubblica mi rammenta l’Estate..
Il sole, la luce..
la conoscenza, la visione del bene e del male
per poter scegliere!
Il calore..
che scioglie il freddo di una gelida mano!
Amo l’Estate!
Lidia Bobbone
30 MAGGIO - LIBERTA' DI ESPRESSIONE
1778 – Muore a Parigi il filosofo e saggista francese Voltaire
“ Non sono d’accordo con quello che hai da dire, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo” François-Marie Arouet, Voltaire nasce a Parigi il 21 novembre 1694, divenendo poeta, storico, intellettuale, filosofo nonché uno dei principali esponenti dell’illuminismo francese. La sua produzione è caratterizzata dall’ironia, dalla vivacità e chiarezza dello stile e dalla razionalità e libertà di pensiero. Laico, straordinariamente curioso, prodigiosamente capace di raccontare le sue idee come convinzioni forti quali uguaglianza, giustizia e tolleranza e grandi passioni intellettuali hanno influenzato ed ispirato molti suoi contemporanei e successivi pensatori, politici ed intellettuali.
Tra i suoi argomenti polemici vi è uno scontro di visione nella reclamata superiorità di diritto divino dell’uomo rispetto agli animali e all’intera natura.
Lidia Bobbone
"Apparenza" - 70X100 - Tecn. mista - 2014 (collezione privata)
“ Non sono d’accordo con quello che hai da dire, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo” François-Marie Arouet, Voltaire nasce a Parigi il 21 novembre 1694, divenendo poeta, storico, intellettuale, filosofo nonché uno dei principali esponenti dell’illuminismo francese. La sua produzione è caratterizzata dall’ironia, dalla vivacità e chiarezza dello stile e dalla razionalità e libertà di pensiero. Laico, straordinariamente curioso, prodigiosamente capace di raccontare le sue idee come convinzioni forti quali uguaglianza, giustizia e tolleranza e grandi passioni intellettuali hanno influenzato ed ispirato molti suoi contemporanei e successivi pensatori, politici ed intellettuali.
Tra i suoi argomenti polemici vi è uno scontro di visione nella reclamata superiorità di diritto divino dell’uomo rispetto agli animali e all’intera natura.
Lidia Bobbone
"Apparenza" - 70X100 - Tecn. mista - 2014 (collezione privata)
28 maggio - SAGRA DELLE TESTE DI TURCO IN ONORE DELLA MADONNA DELLE MILIZIE
La Sagra è in onore della Madonna, commemorata il quarto sabato del mese di maggio a motivo dell’apparizione mariana a Scicli, Ragusa di Sicilia. Appare nel 1091 a Donnalucata, contrada Milizie, dopo fervida invocazione, con veste solenne e su di un cavallo bianco, sconfiggendo i Saraceni e liberando la Sicilia. Codici sciclitani la vogliono apparsa su di una nuvola splendente come il sole, confermando così la tradizione.
Festeggiata originariamente in prossimità della Pasqua e oggi venerata a fine maggio con sacre rappresentazioni dell’evento in piazza a cui partecipano attori anche di fama nazionale e dove si erge la Chiesa Madre che ospita il simulacro della Beata Vergine.
La rievocazione storica è una rappresentazione di ciò che avvenne tra i Normanni del Gran Conte Ruggero d’Altavilla e i Saraceni guidati da Belcane l’emiro. La Vergine impugna una spada , indossa una corazza e galoppa un rampante cavallo bianco bardato a guerra. In questa occasione si assaggiano le Teste di Turco, dolci particolari sciclitani a simbolo dell’annientamento del male rappresentato dai Saraceni o gruppi di Turchi.
La battaglia è l’apice di lunghe trattative sul controllo del territorio finchè l’intervento miracoloso di Maria Guerriera non libera la città dall’assedio. In tutto il mondo è nota questa festa perché unica manifestazione in cui la Madonna discende armata e a cavallo determinando la salvezza dei cristiani e secondo la leggenda, la decisione di Ruggero di costruire la Chiesa in onore della Madonna delle Milizie.
Lidia Bobbone
Festeggiata originariamente in prossimità della Pasqua e oggi venerata a fine maggio con sacre rappresentazioni dell’evento in piazza a cui partecipano attori anche di fama nazionale e dove si erge la Chiesa Madre che ospita il simulacro della Beata Vergine.
La rievocazione storica è una rappresentazione di ciò che avvenne tra i Normanni del Gran Conte Ruggero d’Altavilla e i Saraceni guidati da Belcane l’emiro. La Vergine impugna una spada , indossa una corazza e galoppa un rampante cavallo bianco bardato a guerra. In questa occasione si assaggiano le Teste di Turco, dolci particolari sciclitani a simbolo dell’annientamento del male rappresentato dai Saraceni o gruppi di Turchi.
La battaglia è l’apice di lunghe trattative sul controllo del territorio finchè l’intervento miracoloso di Maria Guerriera non libera la città dall’assedio. In tutto il mondo è nota questa festa perché unica manifestazione in cui la Madonna discende armata e a cavallo determinando la salvezza dei cristiani e secondo la leggenda, la decisione di Ruggero di costruire la Chiesa in onore della Madonna delle Milizie.
Lidia Bobbone
17 maggio - VEGLIA ECUMENICA DI PREGHIERA PER IL SUPERAMENTO DELL'OMOFOBIA E DELLA TRANSFOBIA
" ..Padre, ti chiediamo di darci il tuo perdono per questa nostra mancanza di amore nei confronti di quelle persone che consideriamo "diverse" e per le esclusioni che operiamo ogni giorno ..."
Presente anche la Consulta della Pace, i Diritti Umani, la Non violenza e il Disarmo - Città di Palermo
Presente anche la Consulta della Pace, i Diritti Umani, la Non violenza e il Disarmo - Città di Palermo
14 maggio - FESTA DELLA MAMMA
Ricorrenza civile in onore della maternità e di quanto la madre può influire nella società.
La Festa Della Mamma è osservata in date differenti nei diversi lughi del mondo. Generalmente i bambini in queste occasioni regalano alle loro mamme disegnini e lavoretti come segno del loro amore e del loro bisogno di attenzione.
7 Maggio - FESTA DEI POPOLI 2017
tutti i popoli per la giustizia e la pace
Oggi 7 Maggio al Foro Italico di Palermo vediamo realizzare, in un concreto tangibile di buoni propositi, ciò per cui si lotta da tempo: l'unione di popoli provenienti da tutte le parti del mondo che con la loro cultura multietnica redigono il palinsesto contro l'indifferenza.
Sostegno di Associazioni di Volontariato, Rappresentanti dei 5 Continenti, Arte, il Sindaco ed il Vescovo oltre che estemporanee di pittura, cucina, danze, tornei e abiti multietnici sul tema "Tutti i popoli per la Giustizia e la Pace"
Sostegno di Associazioni di Volontariato, Rappresentanti dei 5 Continenti, Arte, il Sindaco ed il Vescovo oltre che estemporanee di pittura, cucina, danze, tornei e abiti multietnici sul tema "Tutti i popoli per la Giustizia e la Pace"
1°maggio - FESTA DEL LAVORO
Si ricorda la lotta avvenuta in nome della dignità umana e di vita concretizzata nel diritto al limite fissato in otto ore di orario quotidiano di lavoro. Eventi spiacevoli, d'avvenuta morte, vollero che si fissasse nella storia la data del 1° maggio.
Al mercato, esempio in alcuni centri storici delle più illustri città, oggi più che mai vuole esserci vita giorno e notte perchè esiste anche la gioia nel lavoro e nella tradizione.
Al mercato, esempio in alcuni centri storici delle più illustri città, oggi più che mai vuole esserci vita giorno e notte perchè esiste anche la gioia nel lavoro e nella tradizione.
"Fischio al Mercato" 70X100 - OLIO - 2013 (collezione privata)
25 aprile - FESTA DELLA LIBERAZIONE
Oggi 25 Aprile 2017, 72° anniversario della Liberazione del nazifascismo che si celebra in tutta Italia e a Roma nella capitale al Vittoriano. Il Presidente Sergio Mattarella ha reso omaggio al Milite Ignoto all'Altare della Patria.
La Festa di una Libertà con il sangue conquistata. Simbolo politico e militare di resistenza attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale dall' 8 settembre 1943 contro il Governo Fascista e l'occupazione Nazista.
La Festa di una Libertà con il sangue conquistata. Simbolo politico e militare di resistenza attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale dall' 8 settembre 1943 contro il Governo Fascista e l'occupazione Nazista.
Aeterna
Triennale di arti visive di roma 2017
Donazione "LA MADONNA MIA MADRE"
I Rotariani riuniti a Mondello martedì 20 Dicembre volano in aiuto alla sanità congolese
20 DICEMBRE 2016
“Contribuire alla costruzione del tetto di una postazione sanitaria avanzata in Congo perché ogni volta che amiamo, ogni volta che doniamo, è Natale. Quello che sembra scontato nelle nostre città segue logiche molto diverse nei luoghi dove vivono i più deboli, senza alcuna struttura sanitaria di riferimento sul territorio. Il Rotary non è solo una manifestazione aggregativa, il Rotary siamo noi ed è per questa ragione che dobbiamo essere uniti nella generosità del nostro grande cuore.”
Così parla il critico dell’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese, rotariano, che ha accettato di individuare dal carnet dei suoi artisti un autore che alienasse, senza ricompensa, una delle sue opere pittoriche per favorire l’attuazione del progetto. Ed alla fine il critico ha scelto un dipinto della pittrice Lidia Bobbone.
“Mi hanno convinto – spiega Paolo Battaglia La terra Borgese – la qualità estetica, quella tecnica e la poetica dell’opera La Madonna: mia Madre – 2015, tecnica mista su tela, cm 100×70. Come pure sono convincenti i recenti eventi di Lidia Bobbone su Roma, o nella Grande Esposizione Universale alla Torre Eiffel (Ottobre 2014), o a New York (Dicembre 2014), ma anche la presenza di sue opere nei Padiglioni Guatemala e Grenada alla 56° Biennale di Venezia (Luglio-Agosto 2015), allo Stato Pontificio con la doppia esposizione all’interno della prima rassegna Artisti per il Giubileo promossa col patrocinio ufficiale dell’Anno Giubilare (Dicembre 2015) e, sempre nella capitale italiana, l’ingresso della pittrice nella nuova corrente artistica “Estetica Paradisiaca” celebrata con l’onorificenza ricevuta presso la Camera dei Deputati, non ultimo: una sua opera è stata acquisita nella nostra regione dal Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea di Castronovo di Sicilia (PA) da me diretto.
La Madonna: mia Madre, convince perché, in questa tela, la Bobbone, come tutti i grandi pittori di ogni epoca, si erge ambasciatrice dell’aforisma di Solzenicyn che sottolinea e sintetizza la vera essenza dell’arte in ogni tempo: tramandare. La pittrice crea perciò una ennesima quanto utilissima testimonianza del mito, con le cromie magistralmente tratte dalla miniatura Liber Scivias di Ildegarda di Bingen (1165 circa). E rappresenta la Madre, Madonna, nell’atto di allattare un bambino, circondata da attributi che alludono alla fecondità. Ricettacolo e matrice di vita, la figura della Madre si ricollega simbolicamente all’acqua e alla terra, i principi della germinazione universale. Come tutti gli archetipi principali essa presenta una simbologia duplice, espressione del processo ciclico (nascita-morte-rinascita) della natura. Ricordate? “Perché siamo anime immesse in un corpo fisico, che traslano da un corpo ad un altro, da una dimensione ad un’altra”. Nelle culture preistoriche il regressus ad uterum, il ritorno al ventre materno, simboleggiava sia la morte sia la prima tappa della resurrezione. Molti rituali funebri e iniziatici si servivano di questa immagine per garantire al defunto la strada della rinascita. In linea generale, tutti i simboli che esprimono una azione ricettiva o protettiva sono riconducibili alla Madre, come i riti relativi alla fertilità della terra e le divinità cosmiche che ne sono la personificazione. Il triangolo puntato verso il basso è l’immagine del potere generativo della donna: una sintesi visiva e concettuale della sua funzione della matrice di vita. In ambito artistico la Grande Madre si presenta come una divinità acefala sdraiata sul dorso, con gli attributi sessuali in forte evidenza, qui splendidamente mediati con candore dall’autrice."
20 DICEMBRE 2016
“Contribuire alla costruzione del tetto di una postazione sanitaria avanzata in Congo perché ogni volta che amiamo, ogni volta che doniamo, è Natale. Quello che sembra scontato nelle nostre città segue logiche molto diverse nei luoghi dove vivono i più deboli, senza alcuna struttura sanitaria di riferimento sul territorio. Il Rotary non è solo una manifestazione aggregativa, il Rotary siamo noi ed è per questa ragione che dobbiamo essere uniti nella generosità del nostro grande cuore.”
Così parla il critico dell’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese, rotariano, che ha accettato di individuare dal carnet dei suoi artisti un autore che alienasse, senza ricompensa, una delle sue opere pittoriche per favorire l’attuazione del progetto. Ed alla fine il critico ha scelto un dipinto della pittrice Lidia Bobbone.
“Mi hanno convinto – spiega Paolo Battaglia La terra Borgese – la qualità estetica, quella tecnica e la poetica dell’opera La Madonna: mia Madre – 2015, tecnica mista su tela, cm 100×70. Come pure sono convincenti i recenti eventi di Lidia Bobbone su Roma, o nella Grande Esposizione Universale alla Torre Eiffel (Ottobre 2014), o a New York (Dicembre 2014), ma anche la presenza di sue opere nei Padiglioni Guatemala e Grenada alla 56° Biennale di Venezia (Luglio-Agosto 2015), allo Stato Pontificio con la doppia esposizione all’interno della prima rassegna Artisti per il Giubileo promossa col patrocinio ufficiale dell’Anno Giubilare (Dicembre 2015) e, sempre nella capitale italiana, l’ingresso della pittrice nella nuova corrente artistica “Estetica Paradisiaca” celebrata con l’onorificenza ricevuta presso la Camera dei Deputati, non ultimo: una sua opera è stata acquisita nella nostra regione dal Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea di Castronovo di Sicilia (PA) da me diretto.
La Madonna: mia Madre, convince perché, in questa tela, la Bobbone, come tutti i grandi pittori di ogni epoca, si erge ambasciatrice dell’aforisma di Solzenicyn che sottolinea e sintetizza la vera essenza dell’arte in ogni tempo: tramandare. La pittrice crea perciò una ennesima quanto utilissima testimonianza del mito, con le cromie magistralmente tratte dalla miniatura Liber Scivias di Ildegarda di Bingen (1165 circa). E rappresenta la Madre, Madonna, nell’atto di allattare un bambino, circondata da attributi che alludono alla fecondità. Ricettacolo e matrice di vita, la figura della Madre si ricollega simbolicamente all’acqua e alla terra, i principi della germinazione universale. Come tutti gli archetipi principali essa presenta una simbologia duplice, espressione del processo ciclico (nascita-morte-rinascita) della natura. Ricordate? “Perché siamo anime immesse in un corpo fisico, che traslano da un corpo ad un altro, da una dimensione ad un’altra”. Nelle culture preistoriche il regressus ad uterum, il ritorno al ventre materno, simboleggiava sia la morte sia la prima tappa della resurrezione. Molti rituali funebri e iniziatici si servivano di questa immagine per garantire al defunto la strada della rinascita. In linea generale, tutti i simboli che esprimono una azione ricettiva o protettiva sono riconducibili alla Madre, come i riti relativi alla fertilità della terra e le divinità cosmiche che ne sono la personificazione. Il triangolo puntato verso il basso è l’immagine del potere generativo della donna: una sintesi visiva e concettuale della sua funzione della matrice di vita. In ambito artistico la Grande Madre si presenta come una divinità acefala sdraiata sul dorso, con gli attributi sessuali in forte evidenza, qui splendidamente mediati con candore dall’autrice."
GAETANO
OPERA ""DIMENSIONE 1: GAETANO" - 100X80 - OLIO - 2008 (COLLEZIONE PRIVATA)
Palermo 8.11.2016 - Gaetano, storie che si consumano dentro le mura di un’ignota casa.
Le mura sono piene di afflati, amore, dignità e piene di eroi.
Si Eroi, chi è l’eroe se non colui che, se è necessario, dona la sua vita per salvare quella di qualcun altro? Non è vacillare nella fede il dare valore alla vita. La vita è un dono come è un grande dono poter continuare a vivere sotto altra forma dopo l’abbandono dei metalli.
Non sappiamo se Gaetano credesse fortemente nella sua continuità, ma il suo gesto rispetto ai fratelli, il suo donare una parte del corpo fisico al padre anziano e la sua morte inaspettata, per questo è nei nostri cuori, non si può dimenticare.
In “Dimensione 1: Gaetano” vidi il luogo dove egli avrebbe potuto essere dopo il passaggio, mi sentì così vicina a lui, mirando la serenità che mi trasmettevano quelle semplici forme, quel luogo o spazio temporale. Oggi nel rimembrare quei tratti rivivo la trasmutazione, volendo vedere il Paradiso.
Sua mamma si fece tatuare nel petto un cuore ed il nome di suo figlio.
Perché? Non lo portava già nel suo cuore?
Gli esseri umani generalmente hanno bisogno di vedere, perché questo crea un continuum, un presenziare all’infinito.
L’AMORE crea EROI !
Lidia Bobbone
COMMEMORATIO OMNIUM FIDELIUM DEFUNCTORUM
Palermo 30 ottobre 2016 - Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti
E’ il senso della Speranza che i cristiani innalzano!
La celebrazione e la benedizione si pone a baluardo del dolore e della penitenza colorata di viola ma anche alle volte di nero l’uno novembre.
Il rito romano è previsto il 2 novembre considerato il 3 nel momento in cui il 2 cada di domenica. Non ancora festività civile ricopre comunque grande importanza l’intrinseco e simbolico suo significato.
La festa vuole che si creda basilarmente nell’esistenza di un’anima dopo la morte del corpo fisico. Partendo da questo essenziale presupposto tutte le anime che non sono riuscite nella loro vita terrena ad espiare ed a purificarsi dei peccati veniali, vengono aiutate tramite il sacrificio e la preghiera dei viventi a raggiungere la Beatificazione sperata.
L’immemorabile tradizione d’origine anche pagana vuole che i morti nella loro nuova condizione immateriale ritornino in questa dimensione materiale e proprio laddove vi è il loro ricordo quindi nelle loro case, e si cibino degli alimenti che i terrestri preparano per loro.
Grandi banchetti si consumeranno dove è risieduta una lunga storia di popoli e famiglie, brulichìo dei luoghi storici.
Il rimodellamento rituale della festività è ampio e temporalmente ritmico riconducendoci al Diluvio Universale a quando Mosè il diciottesimo giorno del secondo mese, corrispondente a novembre per noi, celebra chi è passato nell’aldilà senza la benedizione di Dio.
Quindi questa commemorazione è un atto di grande Amore nei confronti di quegli esseri che non sono stati in grado di sciogliere i loro nodi nel periodo loro stabilito qui sulla terra.
Il popolo “Eletto” per esser eletto doveva star vicino ai bisognosi anche dopo la morte terrena. E’ l’animo sensibile che accomuna tutti i popoli , le razze, i ceti avvicinandoli. Ecco perché non è da considerare un formale rito la commemorazione dei morti, ma molto di più, tanto è vero che anche mutando la sua forma esteriore è vissuto multiforme in diversi luoghi e civiltà.
Halloween il cui nome completo è All Hallows’ Day, significa vigilia di Ognissanti, non è la Commemorazione dei Defunti, è una festività che ha assunto nel tempo una forma laica di “festa del costume”commemorata il 31 di ottobre presumibilmente per volontà di Papa Gregorio IV nell’840 nell’intento di creare una continuità tra riti, così rape o zucche intagliate diventano lanterne per ricordare le anime bloccate nel Purgatorio. Anche in questo caso viola e nero sono i colori rappresentanti con l’aggiunta dell’arancio.
Certo “dolcetto o scherzetto” punzecchia incitando al dare se non si vuole essere maledetti come avveniva similmente nel Medioevo quando la gente povera il primo novembre chiedeva l’elemosina in cambio di preghiere per i Cari Defunti, il tutto sottolineato nella commedia “I due gentiluomini di Verona” di Shakespeare nella lagna del mendicante ad Halloween.
E’ una festa secolare vista positivamente e anche negativamente ma comunque eredità culturale.
Adesso approdiamo nella città dove si festeggiano i morti, Palermo.
“U Cannistru” ancora oggi non manca la notte tra l’uno e il due novembre, cesta piena di frutta secca, martorana, cioccolatini, decorazioni di carta colorata. “A Murtidda” con in cima l’immancabile Pupaccena, “Pupa ri zuccaru”, statuetta cava di zucchero simbolo insieme ai biscotti “ossa ri muortu” (ossa di morto) del trapasso.
Cibarsi di ciò che rappresenta i nostri cari è instaurare un legame eterno, io vivo in te come tu vivi in me.
Mantenere vivo il ricordo tramite la commemorazione è importante perché è importante il significato come sono importanti i detti, i proverbi, i consigli come questo:
Nascondi le grattugie se ti sei comportato male perché il morto viene e ti gratta i piedi!
O : Stai attento, perché se ti sei comportato male i morti ti tirano i piedi!
E quà non c’è niente da fare!
Lidia Bobbone
Palermo 30 ottobre 2016 - Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti
E’ il senso della Speranza che i cristiani innalzano!
La celebrazione e la benedizione si pone a baluardo del dolore e della penitenza colorata di viola ma anche alle volte di nero l’uno novembre.
Il rito romano è previsto il 2 novembre considerato il 3 nel momento in cui il 2 cada di domenica. Non ancora festività civile ricopre comunque grande importanza l’intrinseco e simbolico suo significato.
La festa vuole che si creda basilarmente nell’esistenza di un’anima dopo la morte del corpo fisico. Partendo da questo essenziale presupposto tutte le anime che non sono riuscite nella loro vita terrena ad espiare ed a purificarsi dei peccati veniali, vengono aiutate tramite il sacrificio e la preghiera dei viventi a raggiungere la Beatificazione sperata.
L’immemorabile tradizione d’origine anche pagana vuole che i morti nella loro nuova condizione immateriale ritornino in questa dimensione materiale e proprio laddove vi è il loro ricordo quindi nelle loro case, e si cibino degli alimenti che i terrestri preparano per loro.
Grandi banchetti si consumeranno dove è risieduta una lunga storia di popoli e famiglie, brulichìo dei luoghi storici.
Il rimodellamento rituale della festività è ampio e temporalmente ritmico riconducendoci al Diluvio Universale a quando Mosè il diciottesimo giorno del secondo mese, corrispondente a novembre per noi, celebra chi è passato nell’aldilà senza la benedizione di Dio.
Quindi questa commemorazione è un atto di grande Amore nei confronti di quegli esseri che non sono stati in grado di sciogliere i loro nodi nel periodo loro stabilito qui sulla terra.
Il popolo “Eletto” per esser eletto doveva star vicino ai bisognosi anche dopo la morte terrena. E’ l’animo sensibile che accomuna tutti i popoli , le razze, i ceti avvicinandoli. Ecco perché non è da considerare un formale rito la commemorazione dei morti, ma molto di più, tanto è vero che anche mutando la sua forma esteriore è vissuto multiforme in diversi luoghi e civiltà.
Halloween il cui nome completo è All Hallows’ Day, significa vigilia di Ognissanti, non è la Commemorazione dei Defunti, è una festività che ha assunto nel tempo una forma laica di “festa del costume”commemorata il 31 di ottobre presumibilmente per volontà di Papa Gregorio IV nell’840 nell’intento di creare una continuità tra riti, così rape o zucche intagliate diventano lanterne per ricordare le anime bloccate nel Purgatorio. Anche in questo caso viola e nero sono i colori rappresentanti con l’aggiunta dell’arancio.
Certo “dolcetto o scherzetto” punzecchia incitando al dare se non si vuole essere maledetti come avveniva similmente nel Medioevo quando la gente povera il primo novembre chiedeva l’elemosina in cambio di preghiere per i Cari Defunti, il tutto sottolineato nella commedia “I due gentiluomini di Verona” di Shakespeare nella lagna del mendicante ad Halloween.
E’ una festa secolare vista positivamente e anche negativamente ma comunque eredità culturale.
Adesso approdiamo nella città dove si festeggiano i morti, Palermo.
“U Cannistru” ancora oggi non manca la notte tra l’uno e il due novembre, cesta piena di frutta secca, martorana, cioccolatini, decorazioni di carta colorata. “A Murtidda” con in cima l’immancabile Pupaccena, “Pupa ri zuccaru”, statuetta cava di zucchero simbolo insieme ai biscotti “ossa ri muortu” (ossa di morto) del trapasso.
Cibarsi di ciò che rappresenta i nostri cari è instaurare un legame eterno, io vivo in te come tu vivi in me.
Mantenere vivo il ricordo tramite la commemorazione è importante perché è importante il significato come sono importanti i detti, i proverbi, i consigli come questo:
Nascondi le grattugie se ti sei comportato male perché il morto viene e ti gratta i piedi!
O : Stai attento, perché se ti sei comportato male i morti ti tirano i piedi!
E quà non c’è niente da fare!
Lidia Bobbone
perchè si muore
Perché si muore
Palermo 28.10.2016 - Perché è necessario
Possiamo aver concluso il discorso, ma una risposta che rimane fissata solo come una delle possibilità superficiali logiche di risposta non ci porterà nessun beneficio spirituale o esistenziale.
Il percorso di interiorizzazione del concetto che oltre ad appartenere ad un concetto esula da esso per approdare all’eterno significato delle cose, ci salva.
Serena è la visione lucida e distaccata che aborre non il sentimento pulito ma il sentimentalismo.
Più è ampio il raggio di visione più sarà ampio il beneficio del dubbio che amorevolmente applicheremo in ogni circostanza.
I sentimenti sono stati creati appositamente per preservare alcune specie, il raziocinio per preservarne delle altre e così via, tutti gli aspetti degenerativi di ogni caso non sono proficuamente valutabili.
Il massimo rispetto e apprezzamento verso la “mente superiore” che ha articolatamente pensato e creato tutto ciò sta nella tentata comprensione netta non esclusivamente matematica ma condivisa.
La bibbia come altri testi importanti per l’umanità, introduce il concetto della morte in concomitanza dell’ingresso della “conoscenza del bene e del male”.
Certa è la non sofferenza finché non subentra la verità che include la morte ma nel momento in cui accendiamo la luce o conoscenza si vede cos’è la morte e svanisce la paura.
Arrivati a questo punto si è pronti a passare e ripassare all’infinito.
Grazie per la mela ricevuta.
Lidia Bobbone
Palermo 28.10.2016 - Perché è necessario
Possiamo aver concluso il discorso, ma una risposta che rimane fissata solo come una delle possibilità superficiali logiche di risposta non ci porterà nessun beneficio spirituale o esistenziale.
Il percorso di interiorizzazione del concetto che oltre ad appartenere ad un concetto esula da esso per approdare all’eterno significato delle cose, ci salva.
Serena è la visione lucida e distaccata che aborre non il sentimento pulito ma il sentimentalismo.
Più è ampio il raggio di visione più sarà ampio il beneficio del dubbio che amorevolmente applicheremo in ogni circostanza.
I sentimenti sono stati creati appositamente per preservare alcune specie, il raziocinio per preservarne delle altre e così via, tutti gli aspetti degenerativi di ogni caso non sono proficuamente valutabili.
Il massimo rispetto e apprezzamento verso la “mente superiore” che ha articolatamente pensato e creato tutto ciò sta nella tentata comprensione netta non esclusivamente matematica ma condivisa.
La bibbia come altri testi importanti per l’umanità, introduce il concetto della morte in concomitanza dell’ingresso della “conoscenza del bene e del male”.
Certa è la non sofferenza finché non subentra la verità che include la morte ma nel momento in cui accendiamo la luce o conoscenza si vede cos’è la morte e svanisce la paura.
Arrivati a questo punto si è pronti a passare e ripassare all’infinito.
Grazie per la mela ricevuta.
Lidia Bobbone
quando si ama incondizionatamente
Quando si ama incondizionatamente
Palermo 17 ottobre 2016 Il problema alle volte non è quello di amare ma è il rendersi conto che quello è amare .. Forse nella vita abbiamo conosciuto tanti tipi di manifestazione d’amore, quello materno, parentale, amichevole o addirittura convenevole o necessario ma non pretendiamo di conoscerne veramente tutte le sfaccettature. Sfaccettature infinite ed infinitesimali che con difficoltà si differenziano le une dalle altre ma che differiscono e creano l’importante e necessaria diversità nel fiore di loto. La comprensione e la natura di questo sentimento molteplice, multiforme e informe è tanto più elaborata quanto più è elevato lo spirito di chi ospita e vuole trasmetterne il sentore a chi magari ancora non ha eliminato o tenuto a bada l’ego e la sua ruggine. Amore e arte sono inscindibili come lo è la felicità dell’amato per l’amante.
Sublimiamo il concetto dell’amore puro, profondo ed eterno con l’opera di Marc Chagall – “Compleanno” ( 1915 – Museum of Modern Art New York ) dove Rosenfeld celebra la festa di compleanno dell’amato Marc, ornando la casa di fiori. Lui smette di dipingere, apprezzando il gesto d’amore, le sussurra baciandola:
“Fuori il cielo ci chiama”
Un grande amore, vissuto e capace di chiedere scusa.
Lidia Bobbone
Palermo 17 ottobre 2016 Il problema alle volte non è quello di amare ma è il rendersi conto che quello è amare .. Forse nella vita abbiamo conosciuto tanti tipi di manifestazione d’amore, quello materno, parentale, amichevole o addirittura convenevole o necessario ma non pretendiamo di conoscerne veramente tutte le sfaccettature. Sfaccettature infinite ed infinitesimali che con difficoltà si differenziano le une dalle altre ma che differiscono e creano l’importante e necessaria diversità nel fiore di loto. La comprensione e la natura di questo sentimento molteplice, multiforme e informe è tanto più elaborata quanto più è elevato lo spirito di chi ospita e vuole trasmetterne il sentore a chi magari ancora non ha eliminato o tenuto a bada l’ego e la sua ruggine. Amore e arte sono inscindibili come lo è la felicità dell’amato per l’amante.
Sublimiamo il concetto dell’amore puro, profondo ed eterno con l’opera di Marc Chagall – “Compleanno” ( 1915 – Museum of Modern Art New York ) dove Rosenfeld celebra la festa di compleanno dell’amato Marc, ornando la casa di fiori. Lui smette di dipingere, apprezzando il gesto d’amore, le sussurra baciandola:
“Fuori il cielo ci chiama”
Un grande amore, vissuto e capace di chiedere scusa.
Lidia Bobbone
sono
Sono
Palermo 5 ottobre 2016
Non sono il compito che svolgo
Non sono il luogo in cui mi trovo
Non sono la forma che mi ospita
Non sono il pensiero di me
Non sono l’abito, il monaco, la suora
Non sono la prostituta, la vergine né l’eunuco
Sono il vento, vita o morte
Sono tutto e niente
Sono il silenzio
Sono la verità
Lidia Bobbone
Palermo 5 ottobre 2016
Non sono il compito che svolgo
Non sono il luogo in cui mi trovo
Non sono la forma che mi ospita
Non sono il pensiero di me
Non sono l’abito, il monaco, la suora
Non sono la prostituta, la vergine né l’eunuco
Sono il vento, vita o morte
Sono tutto e niente
Sono il silenzio
Sono la verità
Lidia Bobbone
i mille volti di anna
I mille volti di Anna
Palermo 24 settembre 2016 - Annuska, Annina, Anika, Nella, Panni, Nancy per dire Anna..
Miriade forme anche composte per dire “Grazia”.
Anna, madre della Madonna, del profeta Samuele e anche profetessa di Gerusalemme che scorse insieme a Simeone il “Messìa” nel bambin Gesù. Anna fù inoltre nome maschile abbreviazione di Ananìa dal ‘divin’ significato, cioè “mamma” dal berbero tradotto. Sono state numerose le donne, beate e sante a portare questo nome.
Mille, puramente simbolico accento numerico che esula dall’esser sufficiente.
Per le arti con aria sognante ricordiamo “Anna dai capelli rossi” protagonista del romanzo di Lucy Mand Montgomery. Quante canzoni e film dedicati a Lei fino ad arrivare alla “Motonave Anna” della serie Pokemon.
“Il ritratto di Anna” dipinto da Vincent van Gogh nel 1888 specula l’esemplare madre dell’Artista. Della sua famiglia si dice fosse “salvatrice di anime”, ed egli, di Vincent si parla di un’etica coerente e di profondi princìpi che lo portarono ad aiutare e curare personalmente, quando fu necessario, anche i feriti delle esplosioni, trasformando i propri vestiti in bende.
Esprimendosi in merito ad una delle sue due versioni dell’opera “I mangiatori di patate” del 1885 (Van Gogh Museum – Amsterdam) scrive frasi dove si erge la radice etica della sua vocazione pittorica:
« ..ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Ho voluto che facesse pensare a un modo di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole.. So benissimo che la tela ha dei difetti ma, rendendomi conto che le teste che dipingo adesso sono sempre più vigorose, oso affermare che I mangiatori di patate, insieme con le tele che dipingerò in avvenire, resteranno.. Anche se seguito a produrre opere nelle quali si potranno ritrovare difetti, volendole considerare con occhio critico, esse avranno una vita propria e una ragione d'essere che supereranno i loro difetti, soprattutto per coloro che sapranno apprezzarne il carattere e lo spirito. Non mi lascerò incantare facilmente, come si crede, nonostante tutti i miei errori. So perfettamente quale scopo perseguo; e sono fermamente convinto di essere, nonostante tutto, sulla buona strada, quando voglio dipingere ciò che sento e sento ciò che dipingo, per preoccuparmi di quello che gli altri dicono di me … »
La “grazia” è ciò che accomuna il senso del nome Anna, come la grazia, la bellezza pura e la semplicità era per Vincent il dono, la comunione attraverso la quale, l’arte si esprimeva al mondo.
Lidia Bobbone
Palermo 24 settembre 2016 - Annuska, Annina, Anika, Nella, Panni, Nancy per dire Anna..
Miriade forme anche composte per dire “Grazia”.
Anna, madre della Madonna, del profeta Samuele e anche profetessa di Gerusalemme che scorse insieme a Simeone il “Messìa” nel bambin Gesù. Anna fù inoltre nome maschile abbreviazione di Ananìa dal ‘divin’ significato, cioè “mamma” dal berbero tradotto. Sono state numerose le donne, beate e sante a portare questo nome.
Mille, puramente simbolico accento numerico che esula dall’esser sufficiente.
Per le arti con aria sognante ricordiamo “Anna dai capelli rossi” protagonista del romanzo di Lucy Mand Montgomery. Quante canzoni e film dedicati a Lei fino ad arrivare alla “Motonave Anna” della serie Pokemon.
“Il ritratto di Anna” dipinto da Vincent van Gogh nel 1888 specula l’esemplare madre dell’Artista. Della sua famiglia si dice fosse “salvatrice di anime”, ed egli, di Vincent si parla di un’etica coerente e di profondi princìpi che lo portarono ad aiutare e curare personalmente, quando fu necessario, anche i feriti delle esplosioni, trasformando i propri vestiti in bende.
Esprimendosi in merito ad una delle sue due versioni dell’opera “I mangiatori di patate” del 1885 (Van Gogh Museum – Amsterdam) scrive frasi dove si erge la radice etica della sua vocazione pittorica:
« ..ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Ho voluto che facesse pensare a un modo di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole.. So benissimo che la tela ha dei difetti ma, rendendomi conto che le teste che dipingo adesso sono sempre più vigorose, oso affermare che I mangiatori di patate, insieme con le tele che dipingerò in avvenire, resteranno.. Anche se seguito a produrre opere nelle quali si potranno ritrovare difetti, volendole considerare con occhio critico, esse avranno una vita propria e una ragione d'essere che supereranno i loro difetti, soprattutto per coloro che sapranno apprezzarne il carattere e lo spirito. Non mi lascerò incantare facilmente, come si crede, nonostante tutti i miei errori. So perfettamente quale scopo perseguo; e sono fermamente convinto di essere, nonostante tutto, sulla buona strada, quando voglio dipingere ciò che sento e sento ciò che dipingo, per preoccuparmi di quello che gli altri dicono di me … »
La “grazia” è ciò che accomuna il senso del nome Anna, come la grazia, la bellezza pura e la semplicità era per Vincent il dono, la comunione attraverso la quale, l’arte si esprimeva al mondo.
Lidia Bobbone
A Zina
A Zina
Palermo 9 settembre 2016 – Avete mai esagerato nell’appesantirvi senza rendervene conto? Vi è capitato di sovraccaricarvi di spesa di tipo alimentare, merci, pensando di poter arrivare a destinazione senza l’aiuto di mezzi o per meglio dire con l’ausilio delle vostre sole gambe e braccia?
Sarà capitato a chiunque di farcela.. arrivare alla meta.. ma stremati, cosa che potrebbe esser vista come potenzialmente favorevole rimarcando il fatto che non avete chiesto niente a nessuno..
Molteplici fattori determinano le nostre scelte comportamentali, la voglia di dimostrare a se stessi che si ha la capacità di arrivare oltre i limiti comunemente stabiliti come la valutazione di causa ed effetto.
Percorro quanto più chilometri a piedi velocemente e se è necessario con aggiunta di pesi quanto più sviluppo quelle capacità di resistenza allo sforzo con annesso modellamento corporeo non necessitando di un percorso organizzato in palestra al chiuso.
Questo è quello che avviene quando scegliamo di non prendere l’automobile solo per andare a comprare dei beni di prima o seconda necessità o situazioni similari..
Quando nella nostra vita si è più volte e ripetutamente operata una scelta del tipo “salutista” entrano in gioco dei risultati del tipo “..come fai ad esser così?!.” Buona e caparbia Volontà!
Si ci trastulla sul non c’è la faccio, è troppa la strada da percorrere, ma ho i ‘sacchetti’ da portare, c’è caldo o c’è freddo.. magari poi pago la palestra dove simulerò ciò che non ho voluto fare all’esterno di essa.
Nulla contro le palestre che ben venga che esistano, ottimo ed efficace strumento di ordine d’allenamento sistematico produttore di migliore configurazione fisica, mentale e relazionale.
Se la nostra scelta devia su un sistematico allenamento su strada al posto di un tappetino in palestra, il compagno o i compagni con i quali scambieremo idee saranno la gente casuale che volontariamente inseriremo nella nostra area aurica con relativa espansione..
Zina, bellissima Signora del rione Cala di Palermo, non ha tentennato un istante nel donare un passaggio nella sua splendida Panda verde di un tempo, ‘all inclusiv’ nonnina e nipote, allo sconosciuto in visibile difficoltà sovraccaricato su strada.. ed ecco perché dedico queste righe a Lei, esempio di altruismo e generosità apparentemente povera ma ricca di significato empatico e di fiducia verso il prossimo.
Si tiene conto di una persona come Lei nel momento in cui si pensa a qualcuno meritevole di attenzione.
Lidia Bobbone
Palermo 9 settembre 2016 – Avete mai esagerato nell’appesantirvi senza rendervene conto? Vi è capitato di sovraccaricarvi di spesa di tipo alimentare, merci, pensando di poter arrivare a destinazione senza l’aiuto di mezzi o per meglio dire con l’ausilio delle vostre sole gambe e braccia?
Sarà capitato a chiunque di farcela.. arrivare alla meta.. ma stremati, cosa che potrebbe esser vista come potenzialmente favorevole rimarcando il fatto che non avete chiesto niente a nessuno..
Molteplici fattori determinano le nostre scelte comportamentali, la voglia di dimostrare a se stessi che si ha la capacità di arrivare oltre i limiti comunemente stabiliti come la valutazione di causa ed effetto.
Percorro quanto più chilometri a piedi velocemente e se è necessario con aggiunta di pesi quanto più sviluppo quelle capacità di resistenza allo sforzo con annesso modellamento corporeo non necessitando di un percorso organizzato in palestra al chiuso.
Questo è quello che avviene quando scegliamo di non prendere l’automobile solo per andare a comprare dei beni di prima o seconda necessità o situazioni similari..
Quando nella nostra vita si è più volte e ripetutamente operata una scelta del tipo “salutista” entrano in gioco dei risultati del tipo “..come fai ad esser così?!.” Buona e caparbia Volontà!
Si ci trastulla sul non c’è la faccio, è troppa la strada da percorrere, ma ho i ‘sacchetti’ da portare, c’è caldo o c’è freddo.. magari poi pago la palestra dove simulerò ciò che non ho voluto fare all’esterno di essa.
Nulla contro le palestre che ben venga che esistano, ottimo ed efficace strumento di ordine d’allenamento sistematico produttore di migliore configurazione fisica, mentale e relazionale.
Se la nostra scelta devia su un sistematico allenamento su strada al posto di un tappetino in palestra, il compagno o i compagni con i quali scambieremo idee saranno la gente casuale che volontariamente inseriremo nella nostra area aurica con relativa espansione..
Zina, bellissima Signora del rione Cala di Palermo, non ha tentennato un istante nel donare un passaggio nella sua splendida Panda verde di un tempo, ‘all inclusiv’ nonnina e nipote, allo sconosciuto in visibile difficoltà sovraccaricato su strada.. ed ecco perché dedico queste righe a Lei, esempio di altruismo e generosità apparentemente povera ma ricca di significato empatico e di fiducia verso il prossimo.
Si tiene conto di una persona come Lei nel momento in cui si pensa a qualcuno meritevole di attenzione.
Lidia Bobbone
La Tela : di quale materiale deve esser composta ?!
La tela: di quale materiale deve esser composta?!
Palermo 18 agosto 2016 - Un’artista può decidere di quale materiale deve esser composta la sua “tela”? Tela è tessuto intrecciato nel modo più semplice.. fili di varia originaria natura, canapa, saia, seta, lino, cotone e così via si intrecciano in modo fitto tanto da formare una superficie di massima uniformità, rendendola anche impermeabile se si vuole. Potremmo “ordire una tela di cabala e di inganni” (Giusti) o “accorciar del mio viver la tela” (Petrarca) o aprir la tela (il sipario) o alzar la vela o tela.. Tela fine o grossolana, tessuto raffinato o greggio ricavato dalla tessitura. Tessuto urbano o vegetale, parenchimatico, animale , connettivo, muscolare, adiposo.. Tessuto epidermico colorato, disegnato, tatuato da secoli e tutt’oggi riconosciuto come segno culturale, ancestrale, dell’essere.
Mura gridano, parlano, raccontano ciò che oggi non sapremmo mai se non grazie ad essi, ‘peccato’ la loro distruzione alle volte, ‘peccato’ il dissolversi di quelle pelli che raccontano la storia, ma è forse proprio in quel dissolversi che risiede la più verosimile veridicità.
La differenza è nella mano, strumento di un essere superiore che imprime ovunque sia, perché non è il luogo o il tessuto ma il messaggio che conta.. certo tanto è più difficile l’imprimitura in un codesto ambiente tanto massima sarà la volontà di impressione.
Più facile sarebbe stato per la principessa baciare un bel profumato principe che un rospo! .. ma il principe lo era già, scegliendo il rospo si è contribuito a mutare il suo cammino liberando un’energia positiva esponenziale e un grande messaggio d’amore.
Gli artisti di solito si esprimono ognuno nella propria forma unica d’arte perché quello generalmente è il loro canale comunicativo favorevole, benessere deriva dal fluire di quest’acqua e ristoro risiede in chi beve da quella fonte.
Alle volte la storia ci ha dimostrato quanto i mezzi più poveri siano riusciti ad arrivare ai cuori dei più.. carta, cartone, sabbia, stoffa, mattoni o pelle non disdegnando con ciò oro, platino o diamanti.
Consci delle differenze ognuno potrà trarre il massimo dal minimo!
Lidia Bobbone
Palermo 18 agosto 2016 - Un’artista può decidere di quale materiale deve esser composta la sua “tela”? Tela è tessuto intrecciato nel modo più semplice.. fili di varia originaria natura, canapa, saia, seta, lino, cotone e così via si intrecciano in modo fitto tanto da formare una superficie di massima uniformità, rendendola anche impermeabile se si vuole. Potremmo “ordire una tela di cabala e di inganni” (Giusti) o “accorciar del mio viver la tela” (Petrarca) o aprir la tela (il sipario) o alzar la vela o tela.. Tela fine o grossolana, tessuto raffinato o greggio ricavato dalla tessitura. Tessuto urbano o vegetale, parenchimatico, animale , connettivo, muscolare, adiposo.. Tessuto epidermico colorato, disegnato, tatuato da secoli e tutt’oggi riconosciuto come segno culturale, ancestrale, dell’essere.
Mura gridano, parlano, raccontano ciò che oggi non sapremmo mai se non grazie ad essi, ‘peccato’ la loro distruzione alle volte, ‘peccato’ il dissolversi di quelle pelli che raccontano la storia, ma è forse proprio in quel dissolversi che risiede la più verosimile veridicità.
La differenza è nella mano, strumento di un essere superiore che imprime ovunque sia, perché non è il luogo o il tessuto ma il messaggio che conta.. certo tanto è più difficile l’imprimitura in un codesto ambiente tanto massima sarà la volontà di impressione.
Più facile sarebbe stato per la principessa baciare un bel profumato principe che un rospo! .. ma il principe lo era già, scegliendo il rospo si è contribuito a mutare il suo cammino liberando un’energia positiva esponenziale e un grande messaggio d’amore.
Gli artisti di solito si esprimono ognuno nella propria forma unica d’arte perché quello generalmente è il loro canale comunicativo favorevole, benessere deriva dal fluire di quest’acqua e ristoro risiede in chi beve da quella fonte.
Alle volte la storia ci ha dimostrato quanto i mezzi più poveri siano riusciti ad arrivare ai cuori dei più.. carta, cartone, sabbia, stoffa, mattoni o pelle non disdegnando con ciò oro, platino o diamanti.
Consci delle differenze ognuno potrà trarre il massimo dal minimo!
Lidia Bobbone
Protezione - Amore - Paradiso - Aesthetica
"LA MADONNA CHE SCIOGLIE I NODI" - 70X100 - 2014 (COLLEZIONE PRIVATA)
Protezione, Amore, Paradiso, Aesthetica
Palermo 7 agosto 2016 - Estetica o in latino “ Aesthetica ” origine da parola e verbo greco il cui significato è : “Sensazione e Percezione attraverso la mediazione del senso.” La percezione attraverso i “sensi” sensibili e trascendentali collocano l’Estetica nel settore della filosofia che si occupa della “Conoscenza del bello in tutte le sue forme” , artistico, naturale, morale e spirituale. L “Armonia” è quella che fondamentalmente sintetizza il bello o la sensazione del bello nell’ Uno e nel Tutto. Anche la “pausa” o lo “spazio-tempo” tra una linea armonica ed un’altra determina l’armonia generale quindi il Bello. Lo spazio che intercorre tra l’interno dell’occhio e l’aletta del naso prossimale (gergo comune agli addetti al settore “estetico-professionale”) non è uguale a quello che esiste tra l’aletta del naso e l’angolo esterno prossimale della bocca.
Quando nel campo dell’Estetica pratica professionale vogliamo armonizzare un sopracciglio alla totalità dei lineamenti del viso, cosa essenziale se non vogliamo uno sguardo strabico, tracciamo una linea immaginaria che dall’aletta del naso passi toccando l’angolo interno dell’occhio fino all’attaccatura dei capelli determinando così l’inizio del sopracciglio stesso, da qui la linea immaginaria scenderà fino al limite basso del lobo dell’orecchio determinando anche così il punto più alto dello stesso sopracciglio, la parte finale verrà sfruttata al massimo della sua lunghezza esponenziale.
Schema, ordine e pulizia.. Lo schema tecnico applicato meticolosamente permette a tutti di rientrare in quello che è un buon lavoro..
La donna ma anche l’uomo moderno ama curarsi e vedersi bello affidandosi oggi più che ad un’esteta ad un’estetista, professione di ultima generazione divenuta indispensabile oggi grazie ad una nuova presa di coscienza dell’essere che attraverso la forma esteriore vuole evidenziare quello che è o sente di essere. La comunicazione con i mondi esterni attraverso la manipolazione estetica sarà di tipo naturale, artistico, naturale o spirituale, dipende da ciò che prepondera nell’individuo o essere stesso. Le energie che attraverso queste espressioni si liberano generano una reazione a catena in chi le sfiora. L’imitazione è sempre stata alla base della crescita e specialmente si incita quella rivolta al bello che accompagna e porta al benessere come sensazione estetica o esteriore ma anche al piacere del piacersi come condizione felice che si irradia e si specchia fuori come dentro e dentro come fuori..
L’Anima, la sua essenza.. L’Essere e le sue vite.. la manifestazione ed il contatto con gli altri o con le altre forme esistenti permette il rafforzamento della splendida collana che abbellisce ed attenziona il dècolletè di una meravigliosa donna.
Amare ed amarsi, non vi è bellezza senza amore.
Immanuel Kant nell “Estetica trascendentale”, nella “Critica della ragion pura” esprime la sua teoria gettando le basi dell’Estetica moderna. Kant parla del bello oggettivo o naturale e soggettivo quindi ritenuto tale dal soggetto riportando il tutto ad un’essenziale risultato, il “Sentimento del Sublime”.
Hegel puntualizzerà quella che è la relazione tra l’Arte e la riflessione filosofica nella sua “Estetica”, concetto ravvivato nelle Avanguardie e Transavanguardie novecentesche, oggi conciliato con l “Estetica Paradisiaca”.
Sta di fatto che il benessere apportato dalla Pace che si instaura tramite il Bello o la bellezza delle forme, dei colori, dei gesti, e degli ovattamenti amorevoli conducono all’armonia generale, quell’armonia o bellezza ambìta che diventa scopo annientando il brutto, il nefasto, il cattivo odore..
Ecco l’Arte Nuova.. ecco la Nuova Forma
Protezione - Amore - Paradiso - Aesthetica
Lidia Bobbone
"U triunfu di santa rusulia"
“U triunfu di Santa Rusulia”
Palermo 12 luglio 2016 - Santa Rosalia Patrona dell’intera comunità da tutti i mali
“Orbi” , coppia di cantori ciechi narrano in ottave di endecasillabi “u triunfu di Santa Rusulia”. Le gesta e la forza soprannaturale di Rosalia la Santuzza contro il Diavolo tentatore che si presentò a lei sotto varie vesti e forme, come messaggero di una volontà di ricongiunzione della famiglia in pena, come bel giovane intento a sedurla, come oro e ricchezze della nobile stirpe.
Volse Lei, la Rosa senza spine, “Rosa e Lilia”, rosa e giglio, il cuore al Cristo che vide guardandosi allo specchio quando tagliò le lunghe trecce. Pura ed incontaminata, bella e regale, non desiderava altro che essere sposa del Signore, e fu proprio la solitudine ed il sacrificio offerto che la avvicinarono agli Angeli dell’altra dimensione. Scelse appositamente luoghi aspri dal duro esilio come dimostrazione ulteriore del potere della sua energia spirituale mediatica, squarciando i portali dell’impossibile, creando il possibile miracolo, dalla lebbra al finito dolore.
Dalla Sierra Quisquina ai 606 metri a picco di Monte Pellegrino sul Golfo di Palermo, lì volle rimanere fino alla fine del percorso terreno. Eremita in solitudine volle lasciare un segno del suo passaggio. Nell’epigrafe in latino incisa sulla roccia si legge: << Io Rosalia, figlia di Sinibaldi, Signore della Quisquina e delle Rose, per Amore del mio Signore Gesù Cristo decisi di abitare in questa spelonca >> .. in basso a sinistra compare il numero 12 forse ad indicare gli anni in cui visse nella grotta.
Nove linee irregolari con lettere alte due dita sprofondano sulla levigata roccia, ritrovate da due muratori Palermitani mentre lavoravano alla costruzione del Convento dei Domenicani a Santo Stefano di Quisquina. Semplici parole che racchiudevano il motivo delle scelte di Santa Rosalia; Amore per il Signore che diviene Amore per tutti.
Dalla guarigione, il 7 Giugno 1624 a Palermo dalla peste, voci del popolo dicono portata dal vascello partito da Tunisi, ricco di doni per il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, a diversi episodi miracolosi come l’apparso dono della voce ad una ragazza diciassettenne muta dalla nascita, le varie placate epidemie e annunciate nascite..
Il 3 Settembre 1624 l’arcivescovo dichiara l’avvenuta liberazione dal morbo attribuendone il miracolo alla Santa e Novella Patrona. Dal 1625 quasi ogni anno Palermo Le offre una grandiosa Festa, oggi 2016 ricorre il 392° Festino. Nel 1686 fu allestito il primo “Carro Trionfale”, una struttura che rimembrava la grossa nave simbolo del rapporto di Palermo “tutto porto” con il suo mare, poggiata su quattro ruote che portava la statua di Santa Rosalia in cima ad una costruzione piramidale simbolicamente raffigurante Monte Pellegrino. Il carro era trainato da 24 coppie di buoi o muli condotti da fedeli vestiti di bianco. Fino alla metà del 700 il carro era preceduto da carri minori chiamati “macchinette” che raffiguravano le vicissitudini della vita di Rosalia e vari eventi commemorativi. Nel 1765 il carro per la prima volta viene illuminato da tante fiaccole arricchendo i festeggiamenti con i giochi pirotecnici alla Marina, ancora oggi momento più atteso, simbolo di gioiosa apoteosi trionfale. Oggi le manifestazioni sono rimodellate , due coppie di buoi trainano il carro sempre a forma di nave, di misura ormai stabile, 9 mt di lunghezza, 6 mt di larghezza per 10 mt di altezza con tutta la Statua rappresentante la Santa, inoltre 60 persone dell’orchestra e del coro trovano spazio nella macchina della processione.
Santa Rosalia è anche Patrona di Santo Stefano di Quisquina dove si festeggia la prima Domenica di Giugno. Dal 10 Luglio al 15 invece comincia la Festa Palermitana, ma è il 14 sera che prende vita il grande spettacolo fino al mare. Il 15 Luglio è dedicato ai riti religiosi che vedono le Sacre Reliquie avviarsi in una solenne processione dalla Cattedrale di Palermo.
Pittori, orafi, scultori ed artigiani hanno rappresentato Santa Rosalia in vari modi, in veste Francescana o dei Benedettini oppure Basiliana con un cappuccio e velo nero.. Ricca è la simbologia che allude agli aspetti della vita interiore ed esteriore di questa Santa come la corona di rose che lega Rosalia alla Madonna.
Molti sono gli elementi che riportano alla mortificazione del corpo come espressione del peccato fino al teschio simbolo di morte e ricordo del distacco da una vita terrena all’eterna gloria.
Lidia Bobbone
Palermo 12 luglio 2016 - Santa Rosalia Patrona dell’intera comunità da tutti i mali
“Orbi” , coppia di cantori ciechi narrano in ottave di endecasillabi “u triunfu di Santa Rusulia”. Le gesta e la forza soprannaturale di Rosalia la Santuzza contro il Diavolo tentatore che si presentò a lei sotto varie vesti e forme, come messaggero di una volontà di ricongiunzione della famiglia in pena, come bel giovane intento a sedurla, come oro e ricchezze della nobile stirpe.
Volse Lei, la Rosa senza spine, “Rosa e Lilia”, rosa e giglio, il cuore al Cristo che vide guardandosi allo specchio quando tagliò le lunghe trecce. Pura ed incontaminata, bella e regale, non desiderava altro che essere sposa del Signore, e fu proprio la solitudine ed il sacrificio offerto che la avvicinarono agli Angeli dell’altra dimensione. Scelse appositamente luoghi aspri dal duro esilio come dimostrazione ulteriore del potere della sua energia spirituale mediatica, squarciando i portali dell’impossibile, creando il possibile miracolo, dalla lebbra al finito dolore.
Dalla Sierra Quisquina ai 606 metri a picco di Monte Pellegrino sul Golfo di Palermo, lì volle rimanere fino alla fine del percorso terreno. Eremita in solitudine volle lasciare un segno del suo passaggio. Nell’epigrafe in latino incisa sulla roccia si legge: << Io Rosalia, figlia di Sinibaldi, Signore della Quisquina e delle Rose, per Amore del mio Signore Gesù Cristo decisi di abitare in questa spelonca >> .. in basso a sinistra compare il numero 12 forse ad indicare gli anni in cui visse nella grotta.
Nove linee irregolari con lettere alte due dita sprofondano sulla levigata roccia, ritrovate da due muratori Palermitani mentre lavoravano alla costruzione del Convento dei Domenicani a Santo Stefano di Quisquina. Semplici parole che racchiudevano il motivo delle scelte di Santa Rosalia; Amore per il Signore che diviene Amore per tutti.
Dalla guarigione, il 7 Giugno 1624 a Palermo dalla peste, voci del popolo dicono portata dal vascello partito da Tunisi, ricco di doni per il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, a diversi episodi miracolosi come l’apparso dono della voce ad una ragazza diciassettenne muta dalla nascita, le varie placate epidemie e annunciate nascite..
Il 3 Settembre 1624 l’arcivescovo dichiara l’avvenuta liberazione dal morbo attribuendone il miracolo alla Santa e Novella Patrona. Dal 1625 quasi ogni anno Palermo Le offre una grandiosa Festa, oggi 2016 ricorre il 392° Festino. Nel 1686 fu allestito il primo “Carro Trionfale”, una struttura che rimembrava la grossa nave simbolo del rapporto di Palermo “tutto porto” con il suo mare, poggiata su quattro ruote che portava la statua di Santa Rosalia in cima ad una costruzione piramidale simbolicamente raffigurante Monte Pellegrino. Il carro era trainato da 24 coppie di buoi o muli condotti da fedeli vestiti di bianco. Fino alla metà del 700 il carro era preceduto da carri minori chiamati “macchinette” che raffiguravano le vicissitudini della vita di Rosalia e vari eventi commemorativi. Nel 1765 il carro per la prima volta viene illuminato da tante fiaccole arricchendo i festeggiamenti con i giochi pirotecnici alla Marina, ancora oggi momento più atteso, simbolo di gioiosa apoteosi trionfale. Oggi le manifestazioni sono rimodellate , due coppie di buoi trainano il carro sempre a forma di nave, di misura ormai stabile, 9 mt di lunghezza, 6 mt di larghezza per 10 mt di altezza con tutta la Statua rappresentante la Santa, inoltre 60 persone dell’orchestra e del coro trovano spazio nella macchina della processione.
Santa Rosalia è anche Patrona di Santo Stefano di Quisquina dove si festeggia la prima Domenica di Giugno. Dal 10 Luglio al 15 invece comincia la Festa Palermitana, ma è il 14 sera che prende vita il grande spettacolo fino al mare. Il 15 Luglio è dedicato ai riti religiosi che vedono le Sacre Reliquie avviarsi in una solenne processione dalla Cattedrale di Palermo.
Pittori, orafi, scultori ed artigiani hanno rappresentato Santa Rosalia in vari modi, in veste Francescana o dei Benedettini oppure Basiliana con un cappuccio e velo nero.. Ricca è la simbologia che allude agli aspetti della vita interiore ed esteriore di questa Santa come la corona di rose che lega Rosalia alla Madonna.
Molti sono gli elementi che riportano alla mortificazione del corpo come espressione del peccato fino al teschio simbolo di morte e ricordo del distacco da una vita terrena all’eterna gloria.
Lidia Bobbone
Cuscini e Cuscinetti
Cuscini e cuscinetti
Palermo 10 luglio 2016 - Se il soggetto è troppo magro e si siede su di una struttura che si presenta solo con un’anima ferrea o lignea, non imbottita, ovattata o ammortizzata, si fa male. Ecco perché i cuscini, servono nel momento in cui è necessario avvicinare due elementi o realtà rigide. Menzogna, verità, coscienza, morale, sono come le molle all’interno di un materasso o come le piume o l’ovatta all’interno di un cuscino.. Oggetti, concetti e sentori necessari, che servono a meglio impattare con il mondo circostante, anche se magari non vorremmo interloquire con esso, ma ne facciamo parte. Anche il nostro corpo parla di questo, ci dice come funziona la vita, il ciclo fisico, psichico-esistenziale. Cuscinetti di grasso più o meno ridimensionati ci ricordano che senza di essi la nostra struttura interna non sarebbe protetta dal contatto esterno.
Il cuscino media, riduce l’attrito tra due oggetti in movimento come fa anche quello meccanico. Il ‘cuscinetto a sfera’ è formato da due anelli all’interno dei quali sono posizionate delle sfere che aiutano nella rotazione, riducono l’attrito e l’intrusione di rifiuti preservandone la sede.
Questo movimento è dato da lubrificanti che ne permettono un non danneggiamento irreversibile in poco tempo. I grassi di minor costo per lenti movimenti, e gli olii più costosi per eccellenti velocità. Alle volte è difficile ungere parti nascoste ma i metodi esistono e l’esperto li conosce tutti. Certo è che se il cuscinetto non fosse così necessario non ci preoccuperemmo di quelli che sono i danni a cui incorre; scalda, spella, si scheggia, và in usura, si corrode e deforma, si macchia e danneggia in molti modi fino alla rottura.
Leonardo Da Vinci intuì la possibilità di ridurre l’attrito, questo si evince dal suo disegno “Studio cuscinetto a sfere”, ma il primo brevetto fu proposto da Philip Vaughan nel 1794.
Quello depositato nel 1869 da Jules Suriray, meccanico di biciclette parigino, permise utilizzando il tipo di cuscinetti proposti, la Vittoria alla Parigi - Rouen, prima edizione Novembre 1869. Per chi è appassionato di musica anche l’oboe o il clarinetto hanno bisogno di cuscinetti..
Per la maggioranza degli esseri umani è meglio dormire in un morbido letto che in un letto di chiodi!
Lidia Bobbone
Palermo 10 luglio 2016 - Se il soggetto è troppo magro e si siede su di una struttura che si presenta solo con un’anima ferrea o lignea, non imbottita, ovattata o ammortizzata, si fa male. Ecco perché i cuscini, servono nel momento in cui è necessario avvicinare due elementi o realtà rigide. Menzogna, verità, coscienza, morale, sono come le molle all’interno di un materasso o come le piume o l’ovatta all’interno di un cuscino.. Oggetti, concetti e sentori necessari, che servono a meglio impattare con il mondo circostante, anche se magari non vorremmo interloquire con esso, ma ne facciamo parte. Anche il nostro corpo parla di questo, ci dice come funziona la vita, il ciclo fisico, psichico-esistenziale. Cuscinetti di grasso più o meno ridimensionati ci ricordano che senza di essi la nostra struttura interna non sarebbe protetta dal contatto esterno.
Il cuscino media, riduce l’attrito tra due oggetti in movimento come fa anche quello meccanico. Il ‘cuscinetto a sfera’ è formato da due anelli all’interno dei quali sono posizionate delle sfere che aiutano nella rotazione, riducono l’attrito e l’intrusione di rifiuti preservandone la sede.
Questo movimento è dato da lubrificanti che ne permettono un non danneggiamento irreversibile in poco tempo. I grassi di minor costo per lenti movimenti, e gli olii più costosi per eccellenti velocità. Alle volte è difficile ungere parti nascoste ma i metodi esistono e l’esperto li conosce tutti. Certo è che se il cuscinetto non fosse così necessario non ci preoccuperemmo di quelli che sono i danni a cui incorre; scalda, spella, si scheggia, và in usura, si corrode e deforma, si macchia e danneggia in molti modi fino alla rottura.
Leonardo Da Vinci intuì la possibilità di ridurre l’attrito, questo si evince dal suo disegno “Studio cuscinetto a sfere”, ma il primo brevetto fu proposto da Philip Vaughan nel 1794.
Quello depositato nel 1869 da Jules Suriray, meccanico di biciclette parigino, permise utilizzando il tipo di cuscinetti proposti, la Vittoria alla Parigi - Rouen, prima edizione Novembre 1869. Per chi è appassionato di musica anche l’oboe o il clarinetto hanno bisogno di cuscinetti..
Per la maggioranza degli esseri umani è meglio dormire in un morbido letto che in un letto di chiodi!
Lidia Bobbone
Pane, Latte e Formaggio
Pane, latte e formaggio
Palermo 8 luglio 2016 - Un giorno Caribe figlia del lattaio del Regno Cumo chiese al padre: -“Perché mangiare solo pane, latte e formaggio?”- Porfico, amorevole e premuroso da sempre capì il motivo della domanda e sorrise appena non pronunciando suono. Dopo un pò di giorni Caribe riformulò la stessa identica domanda imprimendola su di un foglio che fece scivolare sotto il cuscino del grande papà. Porfico al suo risveglio s’accorse del foglio ripiegato che lesse e comprendendo il motivo della richiesta pensieroso soprassedette. Dopo ancora molti giorni Caribe accostando un secchio dopo l’altro salì sulla credenza e prendendo una per una le bottiglie di vetro destinate ad esser riempite di latte fece cadere dentro ad ognuna di esse un sassolino liscio di fiume dove era scritto “perché mangiare solo pane, latte e formaggio?”. Caribe era una bambina intelligente, così tanto che Porfico sapeva di non poterla accontentare con una qualunque risposta. Quando egli andò per caricare le ceste con le bottiglie non si accorse dei sassi, munse le mucche e distribuì il latte in tutto il Regno accingendosi poi a casa dove l’aspettava la figlia. Quando nel Regno tutti bevvero il suo buon latte si alzò un brulichio continuo, un’eco che non ebbe pace finchè un giorno il Re fece chiamare Porfico. -“Sei il lattaio del Regno, degno di rispetto e onore, fraterno amico e compagno fedele ma perché mangiare sempre pane, latte e formaggio?”- Nuovamente sorrise dicendo: -“Caro Re, buono e magnanimo, il pane, il latte ed il formaggio sono di mia produzione e non è più di mio ardire chiedere perché già una volta chiesi e i patti furono chiusi.
”- -“Comprendo, và Porfico, la tua lealtà a ciò che credesti verità verrà ricompensata.”-
Pochi furono nel corso dei secoli uomini come lui, e per questo da quel momento fu così variegato il cibo in dispensa che Caribe non dovette più chiedere. Ma un giorno l’amato padre avvicinandosi a lei gli chiese: -“Sei contenta?”-
“Si ..ma sarebbe bastato un bacetto!”
Anche questo racconta l’arte.. anche la mia.
Lidia Bobbone
Palermo 8 luglio 2016 - Un giorno Caribe figlia del lattaio del Regno Cumo chiese al padre: -“Perché mangiare solo pane, latte e formaggio?”- Porfico, amorevole e premuroso da sempre capì il motivo della domanda e sorrise appena non pronunciando suono. Dopo un pò di giorni Caribe riformulò la stessa identica domanda imprimendola su di un foglio che fece scivolare sotto il cuscino del grande papà. Porfico al suo risveglio s’accorse del foglio ripiegato che lesse e comprendendo il motivo della richiesta pensieroso soprassedette. Dopo ancora molti giorni Caribe accostando un secchio dopo l’altro salì sulla credenza e prendendo una per una le bottiglie di vetro destinate ad esser riempite di latte fece cadere dentro ad ognuna di esse un sassolino liscio di fiume dove era scritto “perché mangiare solo pane, latte e formaggio?”. Caribe era una bambina intelligente, così tanto che Porfico sapeva di non poterla accontentare con una qualunque risposta. Quando egli andò per caricare le ceste con le bottiglie non si accorse dei sassi, munse le mucche e distribuì il latte in tutto il Regno accingendosi poi a casa dove l’aspettava la figlia. Quando nel Regno tutti bevvero il suo buon latte si alzò un brulichio continuo, un’eco che non ebbe pace finchè un giorno il Re fece chiamare Porfico. -“Sei il lattaio del Regno, degno di rispetto e onore, fraterno amico e compagno fedele ma perché mangiare sempre pane, latte e formaggio?”- Nuovamente sorrise dicendo: -“Caro Re, buono e magnanimo, il pane, il latte ed il formaggio sono di mia produzione e non è più di mio ardire chiedere perché già una volta chiesi e i patti furono chiusi.
”- -“Comprendo, và Porfico, la tua lealtà a ciò che credesti verità verrà ricompensata.”-
Pochi furono nel corso dei secoli uomini come lui, e per questo da quel momento fu così variegato il cibo in dispensa che Caribe non dovette più chiedere. Ma un giorno l’amato padre avvicinandosi a lei gli chiese: -“Sei contenta?”-
“Si ..ma sarebbe bastato un bacetto!”
Anche questo racconta l’arte.. anche la mia.
Lidia Bobbone
Punti di Vista
Punti di vista
Palermo 7 luglio 2016 - In un campo di fiori neri c’è ne uno bianco.. in un cielo d’ombra c’è un raggio di sole.. Così è uno squarcio di realtà come così può essere un attimo di vita. E anche questo è l’arte, attenzione al particolare. Vedere è una peculiarità, guardare è di tutti. Meraviglie della natura ci attorniano, create appositamente per governare attraverso i sensi l’uomo, non si può rimanere indifferenti ai colori di un tramonto senza essere ritenuti insensibili. E chi è insensibile secondo alcuni, perché dovrebbe diventare sensibile se questa sensibilità lo porta si a godere della bellezza del tramonto ma anche a soffrire per l’arrivo del buio?! Sono punti di vista, scelte di chi è tanto forte da poter scegliere. La standardizzazione di massa ha messo a soqquadro la libertà, la creatività, la scelta nel ritenere bello o brutto qualcosa. Facile è studiare e sperimentare sui topolini di laboratorio.. vige lo scopo, ha meritato d’esser topolino.. Capovolta ma analoga situazione manifestano i maxxi-topi di Banksy, massimo simbolo della sua street art.
Pacifisti innamorati militari, dotati di radar e occhiali hollywoodiani ma imprigionati anch’essi in un’ampolla di laboratorio.
Classe 1974, espone adesso dal 24 Maggio al 4 Settembre 2016 a Roma, Palazzo Cipolla. “Guerra, Capitalismo & Libertà” rappresenta la più grande mostra dedicata all’artista britannico, che non è presente e coinvolto in questa esposizione museale in quanto tutte le opere, oltre 150, sono provenienti da privati collezionisti internazionali, non sottraendo nessun opera dalla strada come recita una nota romana.
Forte è la componente didattica, che coinvolge scuole e studenti. Fantastico è uno dei risultati che si ottenne dal 21 Agosto al 27 Settembre 2015 presso il Tropicana, località turistica di Weston - super - Mare in Inghilterra, dove vi erano custoditi anche i suoi ricordi d’infanzia. Una mostra, parco divertimenti non adatto ai bambini, “Dismaland – Bemusement park” creato dal nulla in qualche settimana, con accesso disponibile per un totale di 4000 spettatori al giorno. Una società di Hollywood inserì un thriller “Grey Fox”, nacque Grey Fox Production che ritraeva un tetro castello fiabesco introducendo 58 dei 60 artisti invitati ad esporre un’arte che disorienta portando alla vista della coscienza piaghe come scortesìa, ambiente disastrato e fatiscente, principesse morte e barconi di migranti.. Si ipotizzo addirittura che il Crash frequente del sito ufficiale fosse un progetto artistico di Banksy.
Peccato non esserci nessun artista Italiano!
Tutto questo porta alla riflessione e in un possibile apprezzamento per un’arte incondizionata.
Lidia Bobbone
Palermo 7 luglio 2016 - In un campo di fiori neri c’è ne uno bianco.. in un cielo d’ombra c’è un raggio di sole.. Così è uno squarcio di realtà come così può essere un attimo di vita. E anche questo è l’arte, attenzione al particolare. Vedere è una peculiarità, guardare è di tutti. Meraviglie della natura ci attorniano, create appositamente per governare attraverso i sensi l’uomo, non si può rimanere indifferenti ai colori di un tramonto senza essere ritenuti insensibili. E chi è insensibile secondo alcuni, perché dovrebbe diventare sensibile se questa sensibilità lo porta si a godere della bellezza del tramonto ma anche a soffrire per l’arrivo del buio?! Sono punti di vista, scelte di chi è tanto forte da poter scegliere. La standardizzazione di massa ha messo a soqquadro la libertà, la creatività, la scelta nel ritenere bello o brutto qualcosa. Facile è studiare e sperimentare sui topolini di laboratorio.. vige lo scopo, ha meritato d’esser topolino.. Capovolta ma analoga situazione manifestano i maxxi-topi di Banksy, massimo simbolo della sua street art.
Pacifisti innamorati militari, dotati di radar e occhiali hollywoodiani ma imprigionati anch’essi in un’ampolla di laboratorio.
Classe 1974, espone adesso dal 24 Maggio al 4 Settembre 2016 a Roma, Palazzo Cipolla. “Guerra, Capitalismo & Libertà” rappresenta la più grande mostra dedicata all’artista britannico, che non è presente e coinvolto in questa esposizione museale in quanto tutte le opere, oltre 150, sono provenienti da privati collezionisti internazionali, non sottraendo nessun opera dalla strada come recita una nota romana.
Forte è la componente didattica, che coinvolge scuole e studenti. Fantastico è uno dei risultati che si ottenne dal 21 Agosto al 27 Settembre 2015 presso il Tropicana, località turistica di Weston - super - Mare in Inghilterra, dove vi erano custoditi anche i suoi ricordi d’infanzia. Una mostra, parco divertimenti non adatto ai bambini, “Dismaland – Bemusement park” creato dal nulla in qualche settimana, con accesso disponibile per un totale di 4000 spettatori al giorno. Una società di Hollywood inserì un thriller “Grey Fox”, nacque Grey Fox Production che ritraeva un tetro castello fiabesco introducendo 58 dei 60 artisti invitati ad esporre un’arte che disorienta portando alla vista della coscienza piaghe come scortesìa, ambiente disastrato e fatiscente, principesse morte e barconi di migranti.. Si ipotizzo addirittura che il Crash frequente del sito ufficiale fosse un progetto artistico di Banksy.
Peccato non esserci nessun artista Italiano!
Tutto questo porta alla riflessione e in un possibile apprezzamento per un’arte incondizionata.
Lidia Bobbone
Caramelle
Caramelle
Palermo 5 luglio 2016 - Caramella, caramelle come biglie colorate, morbide e succose, dure, speziate e di gusto a lento rilascio, sono per tutti, per ogni palato.. Trecce panna e fragola avvolgono, spirali bianco e arancio circuiscono in un vortice aspro e dolce. Pizzica, afferra, mordi, senti, respira il suo profumo che non è effimero perché impresso nella memoria dei ricordi.. Inebria la “Torre di caramelle” formatasi di Fèlix Gonzàlez – Torres, artista cubano influenzato dall’arte minimalista e dalle idee politiche, che muta, cambia, muore e risorge. Modellata da tutti che ne prendono parte attiva, perché ognuno si rivede, si rivive in quel mutare, in quell’appagamento. Fece discutere l’uovo riempito con 315 Kg di caramelle di liquirizia a forma di proiettile. Due sono le Torri che diventano Una, “due” è il suo numero onnipresente, vivo sempre fino alla fine, fino a quando nel 1992 un cartellone pubblicitario a New York immortala una fotografia bianco e nero con un letto vuoto.
Il pubblico, il compagno.. l’opera, dei visitatori.. così crea.
Non è la solitudine che regna ma l’Amore, Karma vissuto nello spirito e nella carne che si propaga al mondo fertilizzandolo. Numerosi multipli caramellosi si moltiplicano e riformano di continuo la Piramide d’Egitto.. è un’opera mutevole come è mutevole la vita, metafora del processo di morte.
La Galleria Andrea Rosen di New York è pronta e attenta a dispensare o reintegrare l’ammanco.. Queste sculture di forme mutevolmente discontinue composte da milioni di caramelle addolciscono e regalano un momento di lucida consapevolezza di una partecipazione attiva di ogni individuo sull”Opera Unica”.
L’artista invita a partecipare, a prendere, ciò che crea non è suo, non se ne appropria e solo un invito al coinvolgimento perché senza di esso tutto è nulla. Anche Mina nell’arte del canto e dell’ascolto melodico reinterpreta il senso del gusto, del piacere, della voluta assuefazione nell’album “Caramella”.
Quanto si vorrebbe fare a meno degli effetti collaterali dello zucchero!.. ma lo zucchero è vita come il pane e dove si mangia il pane si fa mollica, è consequenziale, quindi si crea un’altra situazione, si dà vita, cibo agli uccellini.. Lo zucchero emblema delle caramelle è dappertutto, è energia pura, crea il movimento, basta non esagerare e lavarsi i denti.
Chi se ne priva è triste e senza forza.
Quindi fino a che potete, mangiate e offrite, non siate tirchi con la scusa “Lo faccio per te, sei a dieta è una tua scelta!”.
Gonzàlez – Torres nel 2007 rappresenta gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia. Con la sua arte senza insistenza, con gesti modesti, stupore infantile ma anche complessa lettura, lascia una traccia della sua esistenza e di chi ha partecipato dicendo “Io ero quì, ho goduto della bontà offertami e ho contribuito prendendomi la responsabilità di rimodellare l’opera”.
Lidia Bobbone
Palermo 5 luglio 2016 - Caramella, caramelle come biglie colorate, morbide e succose, dure, speziate e di gusto a lento rilascio, sono per tutti, per ogni palato.. Trecce panna e fragola avvolgono, spirali bianco e arancio circuiscono in un vortice aspro e dolce. Pizzica, afferra, mordi, senti, respira il suo profumo che non è effimero perché impresso nella memoria dei ricordi.. Inebria la “Torre di caramelle” formatasi di Fèlix Gonzàlez – Torres, artista cubano influenzato dall’arte minimalista e dalle idee politiche, che muta, cambia, muore e risorge. Modellata da tutti che ne prendono parte attiva, perché ognuno si rivede, si rivive in quel mutare, in quell’appagamento. Fece discutere l’uovo riempito con 315 Kg di caramelle di liquirizia a forma di proiettile. Due sono le Torri che diventano Una, “due” è il suo numero onnipresente, vivo sempre fino alla fine, fino a quando nel 1992 un cartellone pubblicitario a New York immortala una fotografia bianco e nero con un letto vuoto.
Il pubblico, il compagno.. l’opera, dei visitatori.. così crea.
Non è la solitudine che regna ma l’Amore, Karma vissuto nello spirito e nella carne che si propaga al mondo fertilizzandolo. Numerosi multipli caramellosi si moltiplicano e riformano di continuo la Piramide d’Egitto.. è un’opera mutevole come è mutevole la vita, metafora del processo di morte.
La Galleria Andrea Rosen di New York è pronta e attenta a dispensare o reintegrare l’ammanco.. Queste sculture di forme mutevolmente discontinue composte da milioni di caramelle addolciscono e regalano un momento di lucida consapevolezza di una partecipazione attiva di ogni individuo sull”Opera Unica”.
L’artista invita a partecipare, a prendere, ciò che crea non è suo, non se ne appropria e solo un invito al coinvolgimento perché senza di esso tutto è nulla. Anche Mina nell’arte del canto e dell’ascolto melodico reinterpreta il senso del gusto, del piacere, della voluta assuefazione nell’album “Caramella”.
Quanto si vorrebbe fare a meno degli effetti collaterali dello zucchero!.. ma lo zucchero è vita come il pane e dove si mangia il pane si fa mollica, è consequenziale, quindi si crea un’altra situazione, si dà vita, cibo agli uccellini.. Lo zucchero emblema delle caramelle è dappertutto, è energia pura, crea il movimento, basta non esagerare e lavarsi i denti.
Chi se ne priva è triste e senza forza.
Quindi fino a che potete, mangiate e offrite, non siate tirchi con la scusa “Lo faccio per te, sei a dieta è una tua scelta!”.
Gonzàlez – Torres nel 2007 rappresenta gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia. Con la sua arte senza insistenza, con gesti modesti, stupore infantile ma anche complessa lettura, lascia una traccia della sua esistenza e di chi ha partecipato dicendo “Io ero quì, ho goduto della bontà offertami e ho contribuito prendendomi la responsabilità di rimodellare l’opera”.
Lidia Bobbone
Il tutto, l'uno e i màndala
"PANACEA" - COMPOSIZIONE 4 TELE 80X80 - TECNICA MISTA - 2014 (COLLEZIONE PRIVATA)
Il Tutto, l’Uno e i Màndala
Palermo 26 giugno 2016 - Tutto è collegato a tutto, come i pezzi del puzzle, tutti devono esserci e stare nel loro posto medesimo per formare un unico pezzo o composizione con un senso comune. Ogni cosa anche se pur piccola è essenziale nella totalità dell’Uno. Uno stelo d’erba, un atomo, un gatto, un elefante, un uomo.. Il mignolo della mano c’è chi ha detto esser inutile, ma è quell’opinione degna di esser presa in considerazione?. Ammirai per ore ed ore, ogni giorno o spesso, l’attività e l’operosità delle piccole formiche che lavoravano incessantemente ai bordi dei gradini di campagna, non mi stancai mai di osservarle e loro non si stancarono mai di lavorare, che esempio!. Immaginavo ciò che accadeva all’interno di quei loro cunicoli, ammiravo quell’interconnessione precisa, armoniosa, ordinata senza discussioni e dissensi.
Ordine che rivedevo nell’universo, nelle stelle, costellazioni, pianeti, gustando quella similitudine d’intenti, d’operosità e di connessioni. Ampie erano le visioni che scorrevano, ampi i collegamenti e ragionamenti ancora oggi vividi mentre nonna esortava dicendo: “Vai a giocare fuori con gli altri bambini!” – “Sto bene così!” rispondevo ed era vero. Giocavo anche con i bambini e con i grandi, il gioco è importante con chiunque si faccia.
Gli esseri umani manifestano spesso la volontà del superamento degli altri, meglio è di quando è di se stessi, sorrido ancora al ricordo delle gare a braccio di ferro a scuola, in bicicletta, con i pattini, la palla o con l’hula hoop per strada.. Meravigliose le partite a carte con i nonni e le lotte con lo zio che costantemente prometteva di non giocare più con me..
Anche in natura e nell’universo esistono meccanismi del genere. Quando si fa propria la concezione di essere molto meno di un micro puntino tra gli infiniti universi ma pur sempre in grado di condizionarne gli andamenti si riequilibra la nostra interfaccia col mondo.
Io rispetto al Tutto sono poco, ognuno di noi è poco, ma tutti insieme siamo una somma del poco quindi molto e l’insieme di molti molto formano il Tutto quindi l’Uno.
Ecco perché è importante ogni singolo essere vivente ed il suo comportamento perché esso è comunque condizionante.Quando qualcuno fa del male ad un semplice cagnolino non è finita lì, questo ha cambiato l’andamento delle cose, che convergerà sempre ad un ordine ma con un andamento mutato, e si rimuta, cambia e si plasma in continuazione.. i pezzi vengono sostituiti, rimodellati ma ci devono essere sempre al posto giusto.. per ognuno essere lì o là, cosa consta?! ..gradire d’esserci.
La concezione del Tutto nell’Uno la ritroviamo in molte teorie orientali ed anche espressa nell’arte dei Màndala: un infinito turbinio di forme e colori armoniosi concentrici che dal puntino al triangolo, dal cerchio al quadrato, si elevano a simbolo dell’universo, formato da miriadi di elementi ma letto come ‘unico’.
Simbolicamente profondo il lavoro dei Monaci Tibetani, che disposti in quattro, ognuno ad un lato dell’esterna forma quadrata del Màndala, dediti dispongono con cura milioni di granelli di sabbia colorata a formare magnifici intrecci comunicativi di una storia di inizio e di percorso cosmico per poi dopo anche settimane di minuzioso impegno, subito dopo aver finito, distruggere il tutto a simbolo dell’effimero di tutte le cose e quindi del vano morboso attaccamento per esse..
Lidia Bobbone
Palermo 26 giugno 2016 - Tutto è collegato a tutto, come i pezzi del puzzle, tutti devono esserci e stare nel loro posto medesimo per formare un unico pezzo o composizione con un senso comune. Ogni cosa anche se pur piccola è essenziale nella totalità dell’Uno. Uno stelo d’erba, un atomo, un gatto, un elefante, un uomo.. Il mignolo della mano c’è chi ha detto esser inutile, ma è quell’opinione degna di esser presa in considerazione?. Ammirai per ore ed ore, ogni giorno o spesso, l’attività e l’operosità delle piccole formiche che lavoravano incessantemente ai bordi dei gradini di campagna, non mi stancai mai di osservarle e loro non si stancarono mai di lavorare, che esempio!. Immaginavo ciò che accadeva all’interno di quei loro cunicoli, ammiravo quell’interconnessione precisa, armoniosa, ordinata senza discussioni e dissensi.
Ordine che rivedevo nell’universo, nelle stelle, costellazioni, pianeti, gustando quella similitudine d’intenti, d’operosità e di connessioni. Ampie erano le visioni che scorrevano, ampi i collegamenti e ragionamenti ancora oggi vividi mentre nonna esortava dicendo: “Vai a giocare fuori con gli altri bambini!” – “Sto bene così!” rispondevo ed era vero. Giocavo anche con i bambini e con i grandi, il gioco è importante con chiunque si faccia.
Gli esseri umani manifestano spesso la volontà del superamento degli altri, meglio è di quando è di se stessi, sorrido ancora al ricordo delle gare a braccio di ferro a scuola, in bicicletta, con i pattini, la palla o con l’hula hoop per strada.. Meravigliose le partite a carte con i nonni e le lotte con lo zio che costantemente prometteva di non giocare più con me..
Anche in natura e nell’universo esistono meccanismi del genere. Quando si fa propria la concezione di essere molto meno di un micro puntino tra gli infiniti universi ma pur sempre in grado di condizionarne gli andamenti si riequilibra la nostra interfaccia col mondo.
Io rispetto al Tutto sono poco, ognuno di noi è poco, ma tutti insieme siamo una somma del poco quindi molto e l’insieme di molti molto formano il Tutto quindi l’Uno.
Ecco perché è importante ogni singolo essere vivente ed il suo comportamento perché esso è comunque condizionante.Quando qualcuno fa del male ad un semplice cagnolino non è finita lì, questo ha cambiato l’andamento delle cose, che convergerà sempre ad un ordine ma con un andamento mutato, e si rimuta, cambia e si plasma in continuazione.. i pezzi vengono sostituiti, rimodellati ma ci devono essere sempre al posto giusto.. per ognuno essere lì o là, cosa consta?! ..gradire d’esserci.
La concezione del Tutto nell’Uno la ritroviamo in molte teorie orientali ed anche espressa nell’arte dei Màndala: un infinito turbinio di forme e colori armoniosi concentrici che dal puntino al triangolo, dal cerchio al quadrato, si elevano a simbolo dell’universo, formato da miriadi di elementi ma letto come ‘unico’.
Simbolicamente profondo il lavoro dei Monaci Tibetani, che disposti in quattro, ognuno ad un lato dell’esterna forma quadrata del Màndala, dediti dispongono con cura milioni di granelli di sabbia colorata a formare magnifici intrecci comunicativi di una storia di inizio e di percorso cosmico per poi dopo anche settimane di minuzioso impegno, subito dopo aver finito, distruggere il tutto a simbolo dell’effimero di tutte le cose e quindi del vano morboso attaccamento per esse..
Lidia Bobbone
PERCHE' ARTE?! ..PERCHE' GIOCO?!
ARTICOLO PUBBLICATO SU GDMED GIORNALE DEL MEDITERRANEO CARTACEO GIUGNO 2016
30000 COPIE DISTRIBUITE GRATUITAMENTE NEL TERRITORIO SICILIANO
Perché arte?! ..perché gioco?!
Nietzsche vede metaforicamente il mondo come un brulicante e mutevole gioco. Fink a sua volta rileva che il gioco non può essere oggetto di trattazione seria se non al prezzo di falsare l’intenzione di fondo del discorso. Nietzsche condividendo la ragione di questa necessità, accetta di stare al gioco cosciente di correre il rischio di non essere compreso, ed ecco la sua “metafisica d’artista”. Il gioco esula dalla serietà come se volesse liberarsi dalla pesantezza della vita reale. La capacità di giocare senza prendersi troppo sul serio è indice di salute e grandezza che conduce a formare uno spirito libero, un fanciullo che sappia modificare la forma dei valori tradizionali, imposti come assoluti, vincendo la forza di gravità e trovando la leggerezza necessaria che crei un nuovo spazio di gioco. Libertà, casualità e innocenza nell’opera di distruzione e costruzione del “fanciullo che gioca”, nucleo dell’artista, che non annulla la sua volontà ma supera il dolore del mondo tramite il suo dialogo liberatorio e godimento della gioia della creazione. Nietzsche inaugura un nuovo modo di fare scienza, quello che non ha paura, quello “gaio”, giocando con le prospettive e facendo tesoro degli strumenti dell’arte rivoluziona il metodo di fare filosofia, inevitabilmente rivoluzionandone anche il linguaggio, nascendo così la metafora del gioco o un gioco di metafore “la filosofia nietzscheana” che rompe i confini tra le cose, scomponendo, ricomponendo, mescolando materiale ed immateriale, terreno e spirituale rendendo tutto infinito. Da qui ci si rende conto di quanto tutto possa non essere definitivo, perché il gioco è un continuo movimento di auto-discernimento. Si può progredire nutrendo il desiderio di conoscenza o di curiosità fervido nei bambini, approdando per brevi tempi per poi ripartire, il tempo esatto di assorbire i benefici o di classificarne le falle. Il viaggiatore è morto se è finito il suo viaggio. Viaggiare scompone e disloca l’Io dentro un altro livello di gioco ed entrando in crisi subentra un altro divenire. L’arte è verità, propensione alla ricerca, prospettive, significati e forme inesauribili che spingono ad una grande forza produttiva. Il fuoco che arde o ispirazione direbbe qualcuno. Certo non si può dimenticare la realtà, ma essa è vitale ed infinitamente interpretabile. E non posso che concludere citando Eraclito riconosciuto da Nietzsche come suo maestro: “Il tempo (della vita) è un bimbo che gioca, con le tessere di una scacchiera: di un bimbo è il regno”
Lidia Bobbone
Nietzsche vede metaforicamente il mondo come un brulicante e mutevole gioco. Fink a sua volta rileva che il gioco non può essere oggetto di trattazione seria se non al prezzo di falsare l’intenzione di fondo del discorso. Nietzsche condividendo la ragione di questa necessità, accetta di stare al gioco cosciente di correre il rischio di non essere compreso, ed ecco la sua “metafisica d’artista”. Il gioco esula dalla serietà come se volesse liberarsi dalla pesantezza della vita reale. La capacità di giocare senza prendersi troppo sul serio è indice di salute e grandezza che conduce a formare uno spirito libero, un fanciullo che sappia modificare la forma dei valori tradizionali, imposti come assoluti, vincendo la forza di gravità e trovando la leggerezza necessaria che crei un nuovo spazio di gioco. Libertà, casualità e innocenza nell’opera di distruzione e costruzione del “fanciullo che gioca”, nucleo dell’artista, che non annulla la sua volontà ma supera il dolore del mondo tramite il suo dialogo liberatorio e godimento della gioia della creazione. Nietzsche inaugura un nuovo modo di fare scienza, quello che non ha paura, quello “gaio”, giocando con le prospettive e facendo tesoro degli strumenti dell’arte rivoluziona il metodo di fare filosofia, inevitabilmente rivoluzionandone anche il linguaggio, nascendo così la metafora del gioco o un gioco di metafore “la filosofia nietzscheana” che rompe i confini tra le cose, scomponendo, ricomponendo, mescolando materiale ed immateriale, terreno e spirituale rendendo tutto infinito. Da qui ci si rende conto di quanto tutto possa non essere definitivo, perché il gioco è un continuo movimento di auto-discernimento. Si può progredire nutrendo il desiderio di conoscenza o di curiosità fervido nei bambini, approdando per brevi tempi per poi ripartire, il tempo esatto di assorbire i benefici o di classificarne le falle. Il viaggiatore è morto se è finito il suo viaggio. Viaggiare scompone e disloca l’Io dentro un altro livello di gioco ed entrando in crisi subentra un altro divenire. L’arte è verità, propensione alla ricerca, prospettive, significati e forme inesauribili che spingono ad una grande forza produttiva. Il fuoco che arde o ispirazione direbbe qualcuno. Certo non si può dimenticare la realtà, ma essa è vitale ed infinitamente interpretabile. E non posso che concludere citando Eraclito riconosciuto da Nietzsche come suo maestro: “Il tempo (della vita) è un bimbo che gioca, con le tessere di una scacchiera: di un bimbo è il regno”
Lidia Bobbone
Il musulmano, la donna, il siciliano: cos'hanno in comune?!
Il Musulmano, la Donna, il Siciliano: cos’hanno in comune?!
Palermo 19 giugno 2016 - Il musulmano, la donna, il siciliano, cosa potrebbero avere in comune? Qual’ è quella ‘cosa’ che và al di là di ciò che si vede?!. Forse alle volte si ha la pretesa di ricevere considerazione, apprezzamento, ospitalità al di là di tutto senza che ci sia bisogno di dimostrare nulla a nessuno come se già fosse congenito o implicito il lascito; ..mio padre è proprietario di una casa quindi io avrò una casa. La vita non è una semplice equazione 2+2=4, esistono dei ‘fattori consequenziali’ che ne alterano o modificano i valori. Se sono un cattivo figlio perché devo ricevere, sperperare, gettare alle ortiche tutto ciò che i miei genitori con sacrifici sono stati in grado di costruire nel tempo?!. L’edificazione del Tempio deve essere voluta, consapevolizzata e lavorata. Similitudine ritrova la costruzione del Tempio Interiore simbolo di autoanalisi, di eliminazione delle parti fragili, di rafforzamento delle basi e di un corretto utilizzo di materiale di ottima qualità. Solo dopo aver analizzato il risultato si potrà cominciare a pensare ad un’eventuale meritato apprezzamento. La figura del musulmano, perché? Il sostantivo musulmano deriva dall’arabo ‘Muslim’ che significa “sottomesso o devoto (a Dio)” presupponendone il sentore e la conseguente messa in pratica dei principi contenuti. La donna è l’essere adulto della specie umana, parola che ci riporta come derivazione al latino classico a ‘signora’. Anch’essa per sentore o decisione personale può essere devota e obbediente ad un’ Essere Superiore o Dio. Il siciliano è cittadino Italiano nato in Sicilia o anche una “lingua regionale” come afferma l’articolo 1 della Carta Europea per le lingue regionali e minoritarie, derivata dal latino volgare che sembri aver costituito la prima lingua italiana letteraria, ecco perché l’UNESCO riconosce il siciliano come lingua europea ‘vulnerabile’ dandogli lo “Status” di lingua madre. Il siciliano è quindi anche un cittadino bilingue, anch’esso libero di credere all’esistenza e onniscienza di un Dio se vuole. I musulmani, le donne, i siciliani intanto sono persone che possono avere in comune un credo o una forma di comportamento d’ossequio verso un’entità superiore come logica deduzione che accomuna tutta l’umanità. Inoltre affascinante è notare che oltre 5 milioni di persone in Sicilia parlano utilizzando varie varianti del siciliano oltre ad un grande numero imprecisato di gente emigrata e discendente da madre lingua siciliana trasferitesi nel corso dei secoli in Australia, Belgio, Germania, Argentina, Francia meridionale e USA dove è nato a proposito il Siculish. Anche immigrati in Sicilia, uomini e donne di derivazione musulmana ed altro hanno adottato il siciliano come altra lingua. E’ un’enorme realtà presa in considerazione e sostenuta dalla legge regionale n°54 del 21 Agosto 1984 che rivolge attenzione alla scuola tenendo conto della cultura dialettale nei programmi scolastici, iniziativa in atto dal 1951 al “Centro di studi filologici e linguistici siciliani” dell’Università di Palermo.
Riconosciuto il valore ufficiale anche in altri Comuni fino ad arrivare alla collaborazione tra Università di Palermo e la Universidad Nacional de Rosario, Argentina, con l’istituzione della cattedra di “Cultura e lingua siciliana” nel Centro de Estudios Sicilianos. Anche a New York vige l’apprezzamento a questa madre lingua nell’omonima rivista dell’organizzazione internazionale no-profit “Arba Sicula” bilingue, inglese e siciliano. Radicata storia che prosegue e unisce oggi tutte le influenze linguistiche dal greco al latino, tedesco, francese, castigliano, provenzale, italiano ecc.. eredità di molte popolazioni ospiti.
Per chiudere il cerchio possiamo dire che il voler prendere d’esempio il musulmano, la donna, il siciliano è un voler prendere spunto da credi, culture e sentori di diversa visione e vissuto psicologico per arrivare ad un’unione tra le parti di tipo decisionale, comportamentale e di condivisione, il tutto racchiuso dal “rispetto” conseguenza del MERITO che ognuno di essi nonostante le differenze che ne arricchiscono i contenuti, raggiungono. “Merito” quindi che se raggiunto, apre le porte ‘ovunque e a chiunque’ prima o poi anche se di diverso credo in materia religiosa, diversa origine raziale, sociale, culturale o sessuale.
L’arte a sua volta accomuna tutto e tutti con il suo linguaggio baluardo di uguaglianza universale. Nella lettura di riflessione sull’opera pittorica di Kandinsky leggiamo ..”La massima differenza esteriore si trasforma nella massima uguaglianza interiore”.
Lidia Bobbone
Palermo 19 giugno 2016 - Il musulmano, la donna, il siciliano, cosa potrebbero avere in comune? Qual’ è quella ‘cosa’ che và al di là di ciò che si vede?!. Forse alle volte si ha la pretesa di ricevere considerazione, apprezzamento, ospitalità al di là di tutto senza che ci sia bisogno di dimostrare nulla a nessuno come se già fosse congenito o implicito il lascito; ..mio padre è proprietario di una casa quindi io avrò una casa. La vita non è una semplice equazione 2+2=4, esistono dei ‘fattori consequenziali’ che ne alterano o modificano i valori. Se sono un cattivo figlio perché devo ricevere, sperperare, gettare alle ortiche tutto ciò che i miei genitori con sacrifici sono stati in grado di costruire nel tempo?!. L’edificazione del Tempio deve essere voluta, consapevolizzata e lavorata. Similitudine ritrova la costruzione del Tempio Interiore simbolo di autoanalisi, di eliminazione delle parti fragili, di rafforzamento delle basi e di un corretto utilizzo di materiale di ottima qualità. Solo dopo aver analizzato il risultato si potrà cominciare a pensare ad un’eventuale meritato apprezzamento. La figura del musulmano, perché? Il sostantivo musulmano deriva dall’arabo ‘Muslim’ che significa “sottomesso o devoto (a Dio)” presupponendone il sentore e la conseguente messa in pratica dei principi contenuti. La donna è l’essere adulto della specie umana, parola che ci riporta come derivazione al latino classico a ‘signora’. Anch’essa per sentore o decisione personale può essere devota e obbediente ad un’ Essere Superiore o Dio. Il siciliano è cittadino Italiano nato in Sicilia o anche una “lingua regionale” come afferma l’articolo 1 della Carta Europea per le lingue regionali e minoritarie, derivata dal latino volgare che sembri aver costituito la prima lingua italiana letteraria, ecco perché l’UNESCO riconosce il siciliano come lingua europea ‘vulnerabile’ dandogli lo “Status” di lingua madre. Il siciliano è quindi anche un cittadino bilingue, anch’esso libero di credere all’esistenza e onniscienza di un Dio se vuole. I musulmani, le donne, i siciliani intanto sono persone che possono avere in comune un credo o una forma di comportamento d’ossequio verso un’entità superiore come logica deduzione che accomuna tutta l’umanità. Inoltre affascinante è notare che oltre 5 milioni di persone in Sicilia parlano utilizzando varie varianti del siciliano oltre ad un grande numero imprecisato di gente emigrata e discendente da madre lingua siciliana trasferitesi nel corso dei secoli in Australia, Belgio, Germania, Argentina, Francia meridionale e USA dove è nato a proposito il Siculish. Anche immigrati in Sicilia, uomini e donne di derivazione musulmana ed altro hanno adottato il siciliano come altra lingua. E’ un’enorme realtà presa in considerazione e sostenuta dalla legge regionale n°54 del 21 Agosto 1984 che rivolge attenzione alla scuola tenendo conto della cultura dialettale nei programmi scolastici, iniziativa in atto dal 1951 al “Centro di studi filologici e linguistici siciliani” dell’Università di Palermo.
Riconosciuto il valore ufficiale anche in altri Comuni fino ad arrivare alla collaborazione tra Università di Palermo e la Universidad Nacional de Rosario, Argentina, con l’istituzione della cattedra di “Cultura e lingua siciliana” nel Centro de Estudios Sicilianos. Anche a New York vige l’apprezzamento a questa madre lingua nell’omonima rivista dell’organizzazione internazionale no-profit “Arba Sicula” bilingue, inglese e siciliano. Radicata storia che prosegue e unisce oggi tutte le influenze linguistiche dal greco al latino, tedesco, francese, castigliano, provenzale, italiano ecc.. eredità di molte popolazioni ospiti.
Per chiudere il cerchio possiamo dire che il voler prendere d’esempio il musulmano, la donna, il siciliano è un voler prendere spunto da credi, culture e sentori di diversa visione e vissuto psicologico per arrivare ad un’unione tra le parti di tipo decisionale, comportamentale e di condivisione, il tutto racchiuso dal “rispetto” conseguenza del MERITO che ognuno di essi nonostante le differenze che ne arricchiscono i contenuti, raggiungono. “Merito” quindi che se raggiunto, apre le porte ‘ovunque e a chiunque’ prima o poi anche se di diverso credo in materia religiosa, diversa origine raziale, sociale, culturale o sessuale.
L’arte a sua volta accomuna tutto e tutti con il suo linguaggio baluardo di uguaglianza universale. Nella lettura di riflessione sull’opera pittorica di Kandinsky leggiamo ..”La massima differenza esteriore si trasforma nella massima uguaglianza interiore”.
Lidia Bobbone
UOVA : POSSIBILITA'
Uova: Possibilità
Palermo 9.6.2016 - Non possiamo fare la frittata se non rompiamo le uova! Non possiamo preparare tanti buoni manicaretti, torte, timballi senza aver rotto il guscio, sporcato, messo sotto sopra la cucina.. va bene, c’è chi non mangia le uova o non le può mangiare, quello utilizzerà un altro articolo.. inoltre le uova conservate anche in frigorifero per troppo tempo vanno a male, quindi non è solo il loro utilizzo a rendere fruttuosa la loro esistenza nello scaffale ma è anche il giusto tempo d’azione che non li fa ‘perdere’. Senza parlare se fra le uova utilizzate nell’impasto c’è ne uno marcio, possiamo buttare tutto. Tutte devono essere fresche, belle.. belle? Si, avete fatto caso che tutto ciò che è commestibile e non, più è brutto esteriormente e più sarà probabile il suo esser brutto anche dentro? La bellezza, che aldilà dell’intima lotta per il più debole o brutto come condizione di difesa per chi non ha scelto di “essere come appare”, il tanto nominato concetto della bellezza, incide e irradia fuori, prepondera, spinge e si fa vedere. Anche chi, analizzando ogni singolo lineamento del corpo, non rientra nei canoni di bellezza classica del tempo, se è buono, se risiede in esso la bellezza delle virtù, queste inevitabilmente esploderanno energicamente verso l’esterno facendoci apparire l’individuo bello o almeno questo è il mio sentore. Di uova l’arte ne è piena, simbologia radicata in tutte le epoche e culture, un’ovale senza principio e senza fine il cui guscio coriaceo protegge la vita del fecondato conducendolo alla resurrezione. Associato al femminile, come nei culti della Grande Madre e negli stessi Templi Megalitici di Malta, come anche riproposto tema simbolico insieme alla lancia simbolo maschile, nei molti Templi monumentali e in cornicioni decorativi come ad esempio nella Chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma o a Baalbek in Libano o per citare brevemente il nesso con l’arte cristiana, forte simbolo di resurrezione, concetto intrinseco nella Pasqua, racchiude La Madonna che porta l’uovo in mano, significato anche nell’iconografia della “Sacra Conversazione” di Piero della Francesca del 1472 della Pinacoteca di Brera a Milano. Fra gli artisti contemporanei che hanno immortalato l’uovo troviamo Dalì, Fontana, Clotin Hoton, Pomodoro e in maniera evidente in senso esoterico ed alchemico Vettor Pisani che ricordiamo tra le tante per l’opera “la gallina dalle uova d’oro” Biennale di Venezia 1976 e non dimentichiamo anche Pino Pedano scultore milanese con le sue uova di legno e l’insigne vetraio di Murano Alchimede Seguso con le sue uova di vetro soffiato contese in tutto il mondo dai Musei. Inoltre le uova gioiello hanno tradizioni antichissime da Edoardo I nel 1272 al famoso “Uovo d’inverno” di Carl Fabergè venduto il 19 Aprile del 2002 dalla casa d’asta Cristie’s di New York per 9,6 milioni di dollari. E questo è solo un minimo esempio nell’arte di questo simbolo pasquale, metafisico, cosmogonico, alchemico, preso a modello anche per alcuni tipi di automobile, potremmo perderci nei meandri della storia e del significato ma ritornando alle uova devono essere tutte fresche e buone altrimenti la frittata va nella spazzatura o vai in ospedale.. come i mattoni per costruire un palazzo devono esser buoni altrimenti prima o poi cade il palazzo o il castello.
Buoni nel senso di dar prova di controllata flessione, imbibizione che mai superi il 20% di assorbimento d’acqua, di resistenza per tutte e tre le direzioni dello spazio ed infine ma non ultimo di importanza, prova di resistenza e compressione applicando un carico sempre maggiore fino al punto di rottura in modo da stabilirne la resistenza e la compressione.
Non fatelo con le uova! ..una volta rotto è rotto, e non si rompe così un uovo, anche perché in questo caso bisognerebbe scartare uno ad uno tutti i frammentini di guscio che non si riescono mai a prender subito..
Comunque al di là della mera praticità se pur antipatica ma necessaria a sviluppare quelle qualità di pazienza del cuoco di casa, salvatore dei bambini che tirano il grembiule mentre cerchi di capire cosa fare, le possibilità di creazione tramite l’utilizzo delle uova è infinita come infinite o molte sono le possibilità di scelta che la vita ci pone davanti, basta vederlo. Può sembrare semplicistico o alquanto discutibile visto le pressioni che la vita stessa imprime sul “mattone” o essere umano imperfetto ma il vedere o rendersi conto che ci accade magari ci farà spostare al momento esatto prima del CRASH!
Lidia Bobbone
Palermo 9.6.2016 - Non possiamo fare la frittata se non rompiamo le uova! Non possiamo preparare tanti buoni manicaretti, torte, timballi senza aver rotto il guscio, sporcato, messo sotto sopra la cucina.. va bene, c’è chi non mangia le uova o non le può mangiare, quello utilizzerà un altro articolo.. inoltre le uova conservate anche in frigorifero per troppo tempo vanno a male, quindi non è solo il loro utilizzo a rendere fruttuosa la loro esistenza nello scaffale ma è anche il giusto tempo d’azione che non li fa ‘perdere’. Senza parlare se fra le uova utilizzate nell’impasto c’è ne uno marcio, possiamo buttare tutto. Tutte devono essere fresche, belle.. belle? Si, avete fatto caso che tutto ciò che è commestibile e non, più è brutto esteriormente e più sarà probabile il suo esser brutto anche dentro? La bellezza, che aldilà dell’intima lotta per il più debole o brutto come condizione di difesa per chi non ha scelto di “essere come appare”, il tanto nominato concetto della bellezza, incide e irradia fuori, prepondera, spinge e si fa vedere. Anche chi, analizzando ogni singolo lineamento del corpo, non rientra nei canoni di bellezza classica del tempo, se è buono, se risiede in esso la bellezza delle virtù, queste inevitabilmente esploderanno energicamente verso l’esterno facendoci apparire l’individuo bello o almeno questo è il mio sentore. Di uova l’arte ne è piena, simbologia radicata in tutte le epoche e culture, un’ovale senza principio e senza fine il cui guscio coriaceo protegge la vita del fecondato conducendolo alla resurrezione. Associato al femminile, come nei culti della Grande Madre e negli stessi Templi Megalitici di Malta, come anche riproposto tema simbolico insieme alla lancia simbolo maschile, nei molti Templi monumentali e in cornicioni decorativi come ad esempio nella Chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma o a Baalbek in Libano o per citare brevemente il nesso con l’arte cristiana, forte simbolo di resurrezione, concetto intrinseco nella Pasqua, racchiude La Madonna che porta l’uovo in mano, significato anche nell’iconografia della “Sacra Conversazione” di Piero della Francesca del 1472 della Pinacoteca di Brera a Milano. Fra gli artisti contemporanei che hanno immortalato l’uovo troviamo Dalì, Fontana, Clotin Hoton, Pomodoro e in maniera evidente in senso esoterico ed alchemico Vettor Pisani che ricordiamo tra le tante per l’opera “la gallina dalle uova d’oro” Biennale di Venezia 1976 e non dimentichiamo anche Pino Pedano scultore milanese con le sue uova di legno e l’insigne vetraio di Murano Alchimede Seguso con le sue uova di vetro soffiato contese in tutto il mondo dai Musei. Inoltre le uova gioiello hanno tradizioni antichissime da Edoardo I nel 1272 al famoso “Uovo d’inverno” di Carl Fabergè venduto il 19 Aprile del 2002 dalla casa d’asta Cristie’s di New York per 9,6 milioni di dollari. E questo è solo un minimo esempio nell’arte di questo simbolo pasquale, metafisico, cosmogonico, alchemico, preso a modello anche per alcuni tipi di automobile, potremmo perderci nei meandri della storia e del significato ma ritornando alle uova devono essere tutte fresche e buone altrimenti la frittata va nella spazzatura o vai in ospedale.. come i mattoni per costruire un palazzo devono esser buoni altrimenti prima o poi cade il palazzo o il castello.
Buoni nel senso di dar prova di controllata flessione, imbibizione che mai superi il 20% di assorbimento d’acqua, di resistenza per tutte e tre le direzioni dello spazio ed infine ma non ultimo di importanza, prova di resistenza e compressione applicando un carico sempre maggiore fino al punto di rottura in modo da stabilirne la resistenza e la compressione.
Non fatelo con le uova! ..una volta rotto è rotto, e non si rompe così un uovo, anche perché in questo caso bisognerebbe scartare uno ad uno tutti i frammentini di guscio che non si riescono mai a prender subito..
Comunque al di là della mera praticità se pur antipatica ma necessaria a sviluppare quelle qualità di pazienza del cuoco di casa, salvatore dei bambini che tirano il grembiule mentre cerchi di capire cosa fare, le possibilità di creazione tramite l’utilizzo delle uova è infinita come infinite o molte sono le possibilità di scelta che la vita ci pone davanti, basta vederlo. Può sembrare semplicistico o alquanto discutibile visto le pressioni che la vita stessa imprime sul “mattone” o essere umano imperfetto ma il vedere o rendersi conto che ci accade magari ci farà spostare al momento esatto prima del CRASH!
Lidia Bobbone
Il bacio cos'è?!
Il bacio cos’è!
Palermo 5 giugno 2016 - Quando si ama i baci non sono mai troppi.. dal primo come prova di feeling, agli altri nel tempo come prova della resistente passione fino a speriamo mai, ma possibile ed inevitabile prima o poi, bacio d’addio, amaro sigillo di chiusura d’una lettera d’amore.
Bacio d’addio inevitabile, perché?!. Anche gli amori definiti eterni dovranno salutarsi quando passeranno ad un’altra dimensione per magari rincontrarsi, riconoscersi e decidere di ricominciare a ribaciarsi ancora..
Il bacio cos’è! Non è soltanto un contatto tra le labbra di persone o di parti del corpo, ma è comunicazione di saluto, rispetto, posizione, fratellanza, affetto, amicizia, passione, amore ed altro. Il “bacio santo” sostituiva la stretta di mano anticamente durante la celebrazione eucaristica, ‘tra persone che si incontrano’ come si evince nelle lettere di Paolo. Nell’opera ”Incontro dei Santi Pietro e Paolo”, XVII secolo di Alonzo Rodriguez pittore Messinese, dipinto che si trova alla Cattedrale di Santa Maria Assunta in Santa Lucia del Mela a Messina, si connota il bacio sulla bocca come simbolo di unione fraterna fra persone dello stesso sesso. Nel medioevo il bacio diveniva simbolo di diritto privato, il ‘baciatico’, suggellava il diritto di ricevere un dono dal fidanzato, similmente all’osculum interveniens’, consuetudine romana che sanciva il diritto di Lei a ricevere metà dei beni sempre del fidanzato nel caso morisse.
Il baciare oggetti è rito, è tradizione, è un voler far parte della cosa stessa.. Mentre nell’affresco di Giotto L”Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d’Oro” della Cappella degli Sgrovegni a Padova, Gioacchino ritenuto sterile quindi non benedetto da Dio e cacciato dal Tempio di Gerusalemme incontra Anna, esortato da un Angelo che aveva comunicato ad entrambi la benevolenza di Dio.. quel bacio, quell’affettuoso bacio espressione d’amore puro, vero, bianco senza macchia, procrea subito, avviene il tanto atteso e voluto miracolo, il bambino, la vita. Tutto questo davanti alla Porta d’Oro di Gerusalemme, la Porta Aurea o Porta della Misericordia.
Il bacio non è una pratica universale in quanto ritenuto non piacevole o poco igienico da alcuni popoli ma del suo significato simbolico è ormai ancorata la storia.
Lidia Bobbone
Palermo 5 giugno 2016 - Quando si ama i baci non sono mai troppi.. dal primo come prova di feeling, agli altri nel tempo come prova della resistente passione fino a speriamo mai, ma possibile ed inevitabile prima o poi, bacio d’addio, amaro sigillo di chiusura d’una lettera d’amore.
Bacio d’addio inevitabile, perché?!. Anche gli amori definiti eterni dovranno salutarsi quando passeranno ad un’altra dimensione per magari rincontrarsi, riconoscersi e decidere di ricominciare a ribaciarsi ancora..
Il bacio cos’è! Non è soltanto un contatto tra le labbra di persone o di parti del corpo, ma è comunicazione di saluto, rispetto, posizione, fratellanza, affetto, amicizia, passione, amore ed altro. Il “bacio santo” sostituiva la stretta di mano anticamente durante la celebrazione eucaristica, ‘tra persone che si incontrano’ come si evince nelle lettere di Paolo. Nell’opera ”Incontro dei Santi Pietro e Paolo”, XVII secolo di Alonzo Rodriguez pittore Messinese, dipinto che si trova alla Cattedrale di Santa Maria Assunta in Santa Lucia del Mela a Messina, si connota il bacio sulla bocca come simbolo di unione fraterna fra persone dello stesso sesso. Nel medioevo il bacio diveniva simbolo di diritto privato, il ‘baciatico’, suggellava il diritto di ricevere un dono dal fidanzato, similmente all’osculum interveniens’, consuetudine romana che sanciva il diritto di Lei a ricevere metà dei beni sempre del fidanzato nel caso morisse.
Il baciare oggetti è rito, è tradizione, è un voler far parte della cosa stessa.. Mentre nell’affresco di Giotto L”Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d’Oro” della Cappella degli Sgrovegni a Padova, Gioacchino ritenuto sterile quindi non benedetto da Dio e cacciato dal Tempio di Gerusalemme incontra Anna, esortato da un Angelo che aveva comunicato ad entrambi la benevolenza di Dio.. quel bacio, quell’affettuoso bacio espressione d’amore puro, vero, bianco senza macchia, procrea subito, avviene il tanto atteso e voluto miracolo, il bambino, la vita. Tutto questo davanti alla Porta d’Oro di Gerusalemme, la Porta Aurea o Porta della Misericordia.
Il bacio non è una pratica universale in quanto ritenuto non piacevole o poco igienico da alcuni popoli ma del suo significato simbolico è ormai ancorata la storia.
Lidia Bobbone
"nulla si conquista se non e' meritato"
2 giugno 1946/2016 70 anni della repubblica italiana
“Nulla si conquista, se non è meritato”
2 Giugno 1946/2016
70 anni della Repubblica Italiana - Donne
Palermo 2 giugno 2016 - “Nulla si conquista se non è meritato” scrisse Giuseppe Mazzini all’amica Clementia Taylor.. osservazione forse dettata dalla non coesione dimostrata in Italia dalle donne del movimento degli emancipazionisti. Si concluse con un nulla di fatto alla Camera dei Deputati nel 1883 la petizione di Anna Maria Mozzoni presentata nel 1877 dove veniva evidenziata l’eguale portata intellettuale delle donne alla stregua di uomini ritenuti capaci. “ ..diritto al voto in quanto persona LIBERA e COMPLETA, mezzo e fine a se stessa, come l’uomo, nella sua attività della coscienza.. “ Stanca di esser ritenuta incapace di molte cose la Mozzoni parlò in una conferenza dando voce al suo essere donna e alle donne quindi, invocando la tanta amata libertà d’essere e d’espressione. Lei ha dato un grande contributo al cammino del suffragio femminile del Novecento. Molte cose si dissero e successero in quegli anni, come in quelli precedenti, fino all’avvento della Grande Guerra che cambiò le sorti delle donne dovendo esse sostituire gli uomini in tutte quelle mansioni lavorative ritenute prettamente maschili. Il Governo volle mostrare gratitudine al buon lavoro svolto dalle donne promulgando la legge Sacchi nel 1919 che non arrivò mai in Senato; lo stesso dicasi con Mussolini per il Programma San Sepolcro dei Fasci di combattimento. Le donne furono di nuovo presenti nell’assolvere sia i loro che gli altrui doveri durante la seconda guerra mondiale, coinvolte nella Resistenza formando anche Gruppi di Difesa della Donna, Assistenza ai Volontari della Libertà fino ad arrivare al Centro Italiano Femminile.
Nel 1944 sorse il Comitato Pro Voto nell’intento di far ottenere cariche importanti alle donne negli enti morali e nelle amministrazioni pubbliche. Questi ed altri interventi condussero il 31 Gennaio 1945 al decreto legislativo numero 23 che conferiva il diritto di voto alle donne che avessero compiuto i ventuno anni di età, tranne quelle schedate (art.354).
Papa Pio XII interruppe la tradizione clericale affermando “ ..ogni donna senza eccezione ha il dovere di coscienza di entrare in azione per contenere le correnti che minacciano il focolare, per combattere le dottrine che distruggono le fondamenta, per preparare, organizzare e compiere la sua restaurazione..”
Finalmente il 10 Marzo 1946 le donne votano per le elezioni amministrative e possono essere votate. Il 2 ed il 3 Giugno 1946 il loro voto diviene significativo per il Referendum istituzionale ed ammontano a 21 le donne elette. Nel 1948 l’articolo 3 partorisce parità di diritti e dignità sociale per la donna in ogni ambito.
Il Tricolore, la bandiera d’Italia, diviene vessillo nazionale. Teorie ci collegano a Dante il Sommo Poeta riferendosi ai 3 colori come alle virtù Teologali, il verde la speranza, il bianco la fede ed il rosso la carità. O potrebbe aver creato ispirazione il canto XXX del Purgatorio: “ sovra candido vel cinta d’uliva donna m’apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva ”
Per le arti visive Francesco Hayez nell’opera “Il bacio”, oltre il romanticismo, significa con i colori utilizzati l’alleanza tra l’Italia e la Francia. Mosè Bianchi di Monza nell’opera “ I fratelli sono al campo! Ricordo di Venezia” issa il valore della bandiera con le sue cromie intinte nella storia. Scialli, bianco, rosso e verde avvolgono le donne immortalate in quella tela che funge da oracolo nel tempo..
Il 2 Giugno 1946 nasce e si celebra la Nazione Italiana.
La prima celebrazione nel 1948 arreca un solenne omaggio con la deposizione della corona d’alloro al Milite Ignoto da parte di massime cariche dello Stato, allora Luigi Einaudi secondo Presidente, ai Fori Imperiali a Roma in Piazza Venezia di fronte all’Altare della Patria, Il Vittoriano. Dal 1949 con l’ingresso della NATO in Italia si svolgono le celebrazioni in contemporanea in tutto il Paese.
Il cielo diventa Arte, Bandiera, e anch’esso Stendardo, creato con i pennelli, le Frecce Tricolori che lo dipingono di rosso, bianco e verde simbolo di bramata e sofferta universale “Conquista Patriottica”.
Lidia Bobbone
La Madonna: Gioco difficile
Arte e paesaggi: Amore per gli Avi
Arte e paesaggi: Amore per gli Avi
Palermo 28 maggio 2016 - “Libertà è dove puoi vivere come piace all’intrepido cuore; dove vivi secondo le leggi e i costumi dei tuoi padri; dove gioisci di ciò che già rendeva felici i tuoi avi” Ernst Moritz Arndt Ciò che ci circonda sin dalla nascita ci accompagna durante il sentiero della vita. A cosa servirebbe la memoria olfattiva, visiva, sensoriale se non ad accarezzare il cuore. Il paesaggio che osserviamo sin da piccoli tende a cambiare, come cambiamo noi, ma il ricordare tramite una fotografia o un quadro come eravamo è come un rendersi conto che il nostro passaggio in questo mondo è in corso. I nostri nonni proprio lì in quel punto vedevano pascolare le pecore, oggi c’è l’asfalto. Una lunga tradizione avvolge la pittura paesaggistica, dalle forme realistiche dell’arte fiamminga e tedesca, all’ispirazione classica dalle forme idealizzate in Italia. Da Albrecht Durer a Canaletto, da Giotto ad Antonio Ligabue ed oltre si testimonia l’esigenza di voler imprimere un momento della Storia, come a voler fermare il tempo, forse il proprio.. L’amore per gli Avi è legato alle tradizioni, ai riti, ai culti, ai luoghi ed è legato all’apprezzamento dei sacrifici che i nostri progenitori sono stati disposti a compiere per le generazioni future.
Quindi preservare non solo il ricordo ma ciò che è stato lasciato a noi, migliorandolo, è un voler dire “Grazie, ne beneficio e ne beneficeranno i miei figli.. “
Oggi se l’artista sente di esprimersi attraverso l’immagine di un paesaggio può essere che questo significhi per lui l’edificazione spirituale di quel “ponte” che lo accoglierà avvicinandolo agli Avi del passato, del presente e del futuro, quindi all’amore eterno o a quella pace e calore che sente necessari e che sfiora quando ammira il sole all’alba e la luna al tramonto.
Lidia Bobbone
Multiculturale e Interculturale - Donne e contenitori: differenze
"SONO" - 50X40 - OLIO - 2013 (COLLEZIONE PRIVATA) "VADO" - 50X40 - OLIO - 2013 (COLLEZIONE PRIVATA)
Multiculturale e Interculturale - Donne e contenitori:differenze
Palermo 26 maggio 2016 La differenza che c’è tra guardare un film e viverlo.. ecco la differenza tra multiculturale e interculturale.
Vivo in un ambiente multiculturale.. questo è un dato di fatto, una convivenza di culture differenti negli ambienti scolastici, lavorativi o come in alcuni casi e qua entra in gioco l’elasticità e computezza dell’amore universale, vivo giornalmente a stretto contatto con le diversità multiculturali.
Vivere a stretto contatto multiculturale, non significa necessariamente vivere interculturale. Io, Italiana o Siciliana se vogliamo, vivo in una struttura storica, abitata a sua volta nel contempo in altri spazi a periodi abbastanza indeterminabili, da Arabi, Africani, Tunisini ma anche a periodi determinabili da Spagnoli , Americani e quant’altro, visto i contatti turistici che inevitabilmente ne influenzano l’ambiente; posso essere distaccato osservatore se ben accomodante e positivo o posso mettermi veramente in gioco, non storcendo il naso quando dalla cucina sottostante sale l’odore tipico delle spezie di altri continenti.
Diciamo che multiculturale è la constatazione di un’avvenuta commistione di etnie e culture differenti. Interculturale è una risposta educativa, è una voluta conoscenza intenzionale dell’altro con lo scopo di interagire , di mettersi in gioco, sintetizzando le reciproche differenze e andando oltre le differenze, valorizzando l”ESSERE” in “Sé”, le sue qualità, le sue eccellenze che unite alle nostre formeranno una società più forte perché unita grazie alle molteplici differenze superate e sublimate dal passaggio intellettivo e dall’amore per il fratello prossimo, che va oltre tutto e ne apprezza il valore aggiunto.
Donne e Contenitori, perché introdurre in questo contesto la figura della donna e tanto più del contenitore?!. Cosa determina l’Essere donna dall’Essere contenitore? Stringatamente:
Donna: appartenente al sesso femminile, un involucro o contenitore rosa, come per l’uomo contenitore blu.
Quindi la donna o il contenitore che essa rappresenta contiene “sostanza”.. e la sostanza è sessuata? La “sostanza”, l”essere” o l”anima” chiamiamola come vogliamo, non è legata a queste differenze di natura umana. SIAMO TUTTI UGUALI nell”essenza” o nella “sostanza”. Cambia solo il contenitore, rosa, blu, giallo, nero o bianco, ecc.. Ecco perché l’attinenza tra la diversità etnica, culturale, sessuale intesa uomo-donna.
Ancora oggi si fà un ‘po’ di fatica a guardare oltre i contenitori o le differenze di colore della pelle o del sesso di appartenenza.
L’arte và oltre, utopicamente paradisiaca come anche spavalda, cocciuta, arrabbiata e giocosa! Viva! Moto perpetuo del SONO e del VADO .. dell”Essere” e dell”Azione”.
Lidia Bobbone
L'Arcobaleno per te!
L’arcobaleno per te!
Palermo 23 maggio 2016
L’arcobaleno è diventato simbolo pittorico iconografico d’arte religiosa, simbolica, paesaggistica come anche simbolo di “diversità” universale. Lo ritroviamo rappresentato nell’ultima versione della bandiera di sei colori del Gay pride (persone arcobaleno) come in quella di otto colori della prima versione del 1978 disegnata da Gilbert Baker ed acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna MOMA nel 2015.
“Nazione arcobaleno” venne denominato dopo l’apartheid il Sudafrica come identificazione di nazione abitata da gente di colori diversi. La bandiera di sette colori divenne segno di pace e cooperazione nella diversità particolarmente in Italia per rappresentare il territorio Inca, in Perù, in Ecuador e nell’Oblast autonomo ebraico. E nella guerra storica dei contadini tedeschi questo simbolo diviene stendardo di speranza, cambiamento e nuova rinascita.
Negli anni ’60 gli hippie fondarono i “Raduni Arcobaleno” ed artisti ne usarono i colori rappresentativi nella loro arte come Peter Blake nella sua Pop Art. Negli USA nei primi anni ’70 la stessa bandiera volle dire “Unità mondiale”. Non esclusi i videogiochi come ad esempio il Raimbow Island della Taito dove gli arcobaleni diventano fondamentali mezzi per elevarsi nei vari livelli. Non trascurabile una delle copertine discografiche più famose di ogni tempo, il “prisma” che rinfrange un raggio di luce nei colori dell’arcobaleno.
L’arte simbolica e segnica è stata ed è nella cultura di massa possibile messaggio di pace e unione nella diversità.
Un arcobaleno per tutti!
Lidia Bobbone
Palermo 23 maggio 2016
L’arcobaleno è diventato simbolo pittorico iconografico d’arte religiosa, simbolica, paesaggistica come anche simbolo di “diversità” universale. Lo ritroviamo rappresentato nell’ultima versione della bandiera di sei colori del Gay pride (persone arcobaleno) come in quella di otto colori della prima versione del 1978 disegnata da Gilbert Baker ed acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna MOMA nel 2015.
“Nazione arcobaleno” venne denominato dopo l’apartheid il Sudafrica come identificazione di nazione abitata da gente di colori diversi. La bandiera di sette colori divenne segno di pace e cooperazione nella diversità particolarmente in Italia per rappresentare il territorio Inca, in Perù, in Ecuador e nell’Oblast autonomo ebraico. E nella guerra storica dei contadini tedeschi questo simbolo diviene stendardo di speranza, cambiamento e nuova rinascita.
Negli anni ’60 gli hippie fondarono i “Raduni Arcobaleno” ed artisti ne usarono i colori rappresentativi nella loro arte come Peter Blake nella sua Pop Art. Negli USA nei primi anni ’70 la stessa bandiera volle dire “Unità mondiale”. Non esclusi i videogiochi come ad esempio il Raimbow Island della Taito dove gli arcobaleni diventano fondamentali mezzi per elevarsi nei vari livelli. Non trascurabile una delle copertine discografiche più famose di ogni tempo, il “prisma” che rinfrange un raggio di luce nei colori dell’arcobaleno.
L’arte simbolica e segnica è stata ed è nella cultura di massa possibile messaggio di pace e unione nella diversità.
Un arcobaleno per tutti!
Lidia Bobbone
Phila - Sport n°96
Notiziario dell'unione italiana collezionisti olimpici e sportivi
"Domenica 20 settembre, più di 800 atleti sono arrivati a Palermo da tutta la Sicilia, ma anche da oltre lo Stretto, per dare vita alla 6° edizione del "Memorial Salvo D'Acquisto", la gara podistica intitolata al vicebrigadiere dei Carabinieri che donò la sua vita in cambio della libertà di poveri innocenti .. L'aspetto solidale della manifestazione è stato garantito da una raccolta fondi per l'ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) e dallo spazio dato alla raccolta sangue a favore dell'AVIS. Per l'occasione è stata distribuita una stupenda cartolina celebrativa, offerta dal Premio Arte Pentafoglio, che riproduce l'olio su tela "In poltrona" dell'artista Lidia Bobbone (26). In Piazza Antonio Mordini - nei pressi della linea di partenza e arrivo della corsa - è stato anche allestito uno stand filatelico di Poste Italiane, dove è stato posto in uso un annullo speciale a ricordo dell'evento (27) .. "
L'albero: ..maschio o femmina?!.
L’albero: ..maschio o femmina?
Palermo 16 maggio 2016
Maschio - Femmina: qual è il segno o simbolo che li contraddistingue e perché l’albero?
Il simbolo parla senza parole arrivando alla mente tramite l’intuito, l’inconscio. Basta intanto soffermarsi sulla forma del corpo maschile e femminile per dedurre che all’uomo appartengono tutti i principali simboli archetipi maschili lineari che da una base salgono in alto, in ascesa. Alla donna quindi appartengono i segni circolari, tondeggianti tendenti al centro, al nucleo.
Significati, i simboli, non solo nell’aspetto esteriore corporale ma anche dalla forma di pensiero intrinseca di entrambi:
- Maschio, espressione sequenziale, linea retta che procede nella stessa direzione con lo scopo di arrivare da un’altra parte (discorso lineare)
- Femmina, espressione ciclica, non ha un inizio e una fine, si muove in un morbido spazio sinuoso (discorso circolare)
L’albero ha molteplici valenze simboliche riconosciute nell’inconscio umano. Ritenuto immortale, emblema di crescita e continuità racchiuso nelle radici, semi e frutti. Nel suo “Io” racchiude il simbolo fallico rappresentato dal tronco, e quello femminile, il ventre materno racchiuso nelle sue forme circolari.
Di alberi ce ne sono di vari tipi, come di vari tipi ce ne sono di uomini e di donne. Quelli da frutto sono generosi, generosità data esplicitamente dai frutti ma intrinseca nell’abbondante acqua assorbita dalle radici, simbolo di vita, che irradiata da una rete di miliardi di plessi cellulari arriva al frutto ingrossandolo. Un’azione capillare mirabile che porta alla maturazione del frutto.
Sinteticamente possiamo dire che l’albero è il simbolo del “Se” completo, dell’armonia del ciclo di vita universale. Vita, morte, rinascita e rigenerazione tutte avvengono in esso, come rappresentato dall’unione uomo-donna.
Quindi l’albero è sia maschio che femmina secondo questo ragionamento, come l”essere” duale o se vogliamo l’artista, ancor più rappresentativo quando riesce ad armonizzare la sua parte maschile e femminile.
Lidia Bobbone
Il Mercato
Il Mercato
Palermo 12 maggio 2016 – Il mercato è un luogo o un momento d’incontro tra domanda e offerta, tra compratore e venditore, dove si concretizzano affari micro o macroeconomici. Il punto essenziale è l’Incontro e l’Aggregazione.
Incontri ripetuti all’infinito determinano la vita del mercato e l’andamento delle cose, indipendentemente dal mutare degli elementi di scambio. Certamente l’affare e l’attrazione hanno un ruolo determinante nel voler concludere un accordo. I beni possibili scambiabili sono una miriade di miriadi, tra cui l’arte rientrandone a pieno titolo.
Artisticamente e sentimentalmente i mercati sono stati espressi mettendoli in evidenza in molti modi e questo ha contribuito ad avvalorare il loro moto, simbolo di vita, cultura e tradizione. Quelli più ambiti nella scelta, quali motore di comunicazione di massa, sono per lo più stati e sono quelli alimentari. L’alimento è vita, base primaria dell’esistenza.
I mercati, molti all’aperto, coperti o galleggianti, più famosi al mondo sono ad esempio il mercato notturno di Taipei – Shiling Night Market, in Taiwan con più di 600 espositori. In Italia, a Venezia, il bello e antico Mercato di Rialto. A Toronto in Canada il St. Lawrence Market, che vanta di esser stato scelto da National Geographic, miglior mercato alimentare al mondo. Ad Hong Kong, il Temple Street Night Market che sin dal pomeriggio coccola il visitatore anche attraverso la bellezza ed il fascino di monili usati di un tempo. In India, Delhi, il Chandni Chowk, ricco di profumi e tipici oggetti. A Londra, Gran Bretagna, al Camdem Lock Market si trova praticamente tutto. In Australia a Melbourne risiede il grande, sette ettari, Queen Victoria Market. In Marocco a Marrakesh lo Jemaa El Fnaa, vivo alla luce solare e lunare tra artisti di tutti i generi, come maghi, cantastorie e incantatori di serpenti. Senza parlare della Turchia in Instanbul al Grand Bazaar che ospita dai 250 ai 400 mila visitatori al giorno, come il Chatuchak Weekend Market a Bangkok in Tailandia.
Non c’è ombra di dubbio che il mercato sia e ha dimostrato di essere il cuore pulsante dell’economia di ogni luogo, di ogni settore di qualunque ambiente. E non posso dimenticare, tra le tante pulsioni, impossibili da elencare tutte in un unico testo, “La Vucciria”. Si, nel cuore di Palermo, che dalla Cala accompagna il percorso Arabo-Normanno dichiarato dall’UNESCO ‘Patrimonio mondiale dell’umanità’ a corollario di una Sicilia meravigliosa e unica.
Si dice che la Signora, la Vucciria intendo, stia passando un momento di depressione. Ma chi dopo esser stato posseduto da secoli da gente di tutte le etnie e culture non lo sarebbe?!. Gli è dovuto un momento di finta pausa, è solo rigenerazione intracellulare, difficile da vedere. Sta di fatto che oggi comunque c’è, giorno e notte, con i suoi colori e voci gettate al vento, gridando al cielo il fortunato numero vincitore. Poesia!..
E’ stata messa in evidenza nel momento del suo massimo splendore dall’arte fortemente comunicativa di Renato Guttuso nel 1974, divenendo così ancor di più famosa in tutto il mondo.
Oggi ancora è amata, e quando se ne accorgerà, rinascerà più bella di prima dando ancora alla luce figli e molti, molti altri ancora..
Lidia Bobbone
L"Amore" quello vero, esiste!
L“Amore” quello Vero, esiste!
Palermo 5 maggio 2016 - Come si può affermare una cosa del genere oggi! ..pedofilia, latrocinio, stalking.. come non vedere questo e molto di più! Addirittura mi è stata data la colpa di non vedere il male che c’è attorno a me. Dovrei, per dimostrare l’intesa normalità per questo mondo, reincarnare il Dio Vendicativo dell’Antico Testamento?!. Occhio per occhio, dente per dente. Allora si che avrei scelto quale inclinazione naturale seguire. So solo che, da quando ricordo ho sempre disdegnato chi parla e non opera. L’Amore vero, Agape intendo, quello disinteressato, è quello che io definisco “egoistico”. Quando una volta espressi questo concetto quasi venni verbalmente aggredita, evidentemente io non fui in grado di trasmettere ciò che significava per me nei codici più comuni. Egoistico nel senso più bello e puro del termine. Amor proprio, può sembrare egoismo quindi negativo, ma se non ami intanto te stesso non ti sentirai appagato e questo si rifletterà a sua volta negli altri negativamente. Come puoi amare il tuo simile se non ami neanche te stesso?!. Sana ed equilibrata forma di egoismo! Il Micro ed il Macro, l’Amore vissuto nell’IO che dimostra la possibilità di un’Amore Universale. Tornando all’Amore che non si aspetta nulla in cambio e da me vissuto come un magnifico piacere dell’anima, la ricompensa è immediata quindi il tutto è compiuto, è fatto! Quindi “egoistico” nell’eccezione dell’appagamento interiore spirituale e quindi sto si facendo qualcosa per gli altri ma ancor di più l’atto o l’azione mi fa star bene.
Si può non sentire questo concetto e bisogna rispettare la diversità d’intenti e di sentori esistenti.
Io, comunque, mi sono emozionata, e a sua volta ho deciso di scrivere in merito, quando stamattina al semaforo rosso scende un omone da una ‘lambrettina’ (gergo siculo) carica di ortaggi e frutta e mi regala una fragola.
Lidia Bobbone
Palermo 5 maggio 2016 - Come si può affermare una cosa del genere oggi! ..pedofilia, latrocinio, stalking.. come non vedere questo e molto di più! Addirittura mi è stata data la colpa di non vedere il male che c’è attorno a me. Dovrei, per dimostrare l’intesa normalità per questo mondo, reincarnare il Dio Vendicativo dell’Antico Testamento?!. Occhio per occhio, dente per dente. Allora si che avrei scelto quale inclinazione naturale seguire. So solo che, da quando ricordo ho sempre disdegnato chi parla e non opera. L’Amore vero, Agape intendo, quello disinteressato, è quello che io definisco “egoistico”. Quando una volta espressi questo concetto quasi venni verbalmente aggredita, evidentemente io non fui in grado di trasmettere ciò che significava per me nei codici più comuni. Egoistico nel senso più bello e puro del termine. Amor proprio, può sembrare egoismo quindi negativo, ma se non ami intanto te stesso non ti sentirai appagato e questo si rifletterà a sua volta negli altri negativamente. Come puoi amare il tuo simile se non ami neanche te stesso?!. Sana ed equilibrata forma di egoismo! Il Micro ed il Macro, l’Amore vissuto nell’IO che dimostra la possibilità di un’Amore Universale. Tornando all’Amore che non si aspetta nulla in cambio e da me vissuto come un magnifico piacere dell’anima, la ricompensa è immediata quindi il tutto è compiuto, è fatto! Quindi “egoistico” nell’eccezione dell’appagamento interiore spirituale e quindi sto si facendo qualcosa per gli altri ma ancor di più l’atto o l’azione mi fa star bene.
Si può non sentire questo concetto e bisogna rispettare la diversità d’intenti e di sentori esistenti.
Io, comunque, mi sono emozionata, e a sua volta ho deciso di scrivere in merito, quando stamattina al semaforo rosso scende un omone da una ‘lambrettina’ (gergo siculo) carica di ortaggi e frutta e mi regala una fragola.
Lidia Bobbone
Eva 28 anni fa
Eva 28 anni fa
Palermo 4 maggio 2016 - Quel vecchio foglio d’album! Eva nasce lì, 28 anni fa, e non è la più anziana. Chi ha detto “artisti si nasce, non si compra il titolo” ha ragione! Chi non ha conservato un disegno, uno scarabocchio, un ricordo custodito gelosamente che ti riporta indietro nel tempo quando invece della lingua per parlare si muoveva la matita su di un foglio che aspettava di ricevere la lacrima battesimale. Chi non è mai scappato dall’incomprensione rifugiandosi nel suo mondo, o portale protetto, fatto di segni, disegni, parole. C’è un fuoco o un moto dentro che ci si augura possa esplodere e venir fuori attraverso il giusto canale. Non importa se la pittura, il canto o quant’altro. C’è un Grande Artista Sapiente Divino che ha creato tutto, lo ha fatto per Amore e si è pure deliziato. Chi lo ha criticato e contrastato è stato anche degradato da uno stato di beatitudine ad uno di insofferenza. Perché perdere una condizione favorevole, di cui esser contenti, per invidia? L’invidia lacera e rende ciechi di una cecità mortifera, quella che fa morire le proprie virtù non valorizzando veramente se stessi. Focalizzando l’attenzione nella pagliuzza nell’occhio del fratello, non ci accorgeremo non solo della trave che probabilmente c’è nel nostro occhio ma non visualizzeremo le nostre reali buone qualità, che sanamente alimentate eccelleranno schiudendo la rosa profumata che inebria noi e gli altri.
A tal proposito diceva mia nonna “Dobbiamo sempre lasciare profumo!”
In merito al “..non si compra il titolo”, riferito al titolo di artista in questo caso specifico, certo è, che se comprare il titolo significa pagare l’onesto lavoro di chi vive di quella forma di comunicazione di massa basata sul principio di diffondere la conoscenza degli artisti o delle aziende, allora viviamo in un mondo di falsi d’autore speculari all’autore stesso.
Lidia Bobbone
Palermo 4 maggio 2016 - Quel vecchio foglio d’album! Eva nasce lì, 28 anni fa, e non è la più anziana. Chi ha detto “artisti si nasce, non si compra il titolo” ha ragione! Chi non ha conservato un disegno, uno scarabocchio, un ricordo custodito gelosamente che ti riporta indietro nel tempo quando invece della lingua per parlare si muoveva la matita su di un foglio che aspettava di ricevere la lacrima battesimale. Chi non è mai scappato dall’incomprensione rifugiandosi nel suo mondo, o portale protetto, fatto di segni, disegni, parole. C’è un fuoco o un moto dentro che ci si augura possa esplodere e venir fuori attraverso il giusto canale. Non importa se la pittura, il canto o quant’altro. C’è un Grande Artista Sapiente Divino che ha creato tutto, lo ha fatto per Amore e si è pure deliziato. Chi lo ha criticato e contrastato è stato anche degradato da uno stato di beatitudine ad uno di insofferenza. Perché perdere una condizione favorevole, di cui esser contenti, per invidia? L’invidia lacera e rende ciechi di una cecità mortifera, quella che fa morire le proprie virtù non valorizzando veramente se stessi. Focalizzando l’attenzione nella pagliuzza nell’occhio del fratello, non ci accorgeremo non solo della trave che probabilmente c’è nel nostro occhio ma non visualizzeremo le nostre reali buone qualità, che sanamente alimentate eccelleranno schiudendo la rosa profumata che inebria noi e gli altri.
A tal proposito diceva mia nonna “Dobbiamo sempre lasciare profumo!”
In merito al “..non si compra il titolo”, riferito al titolo di artista in questo caso specifico, certo è, che se comprare il titolo significa pagare l’onesto lavoro di chi vive di quella forma di comunicazione di massa basata sul principio di diffondere la conoscenza degli artisti o delle aziende, allora viviamo in un mondo di falsi d’autore speculari all’autore stesso.
Lidia Bobbone
Aeterna
Anteprima triennale di arti visive roma 2017
articolo pubblicato nel quotidiano online ZED - SFEROè - GDmed
Aeterna
Anteprima Triennale di Arti Visive Roma 2017
Roma 1 maggio 2016 - Il concetto di Aeterna, tema della prossima Triennale di Arti Visive, comincia ad esprimersi in anteprima proprio a Roma durante la conferenza svoltasi nell’aula 1 dell’Università La Sapienza il 28 Aprile. I relatori, Carlo Marraffa, Dante Fasciolo, Vittorio Sgarbi, Loredana Trestin si pronunciano volgendo l’attenzione al significato di eterno emblema di Aeterna a livello storico, culturale e contemporaneo. Modera Stefania Pieralice porgendo la parola dapprima a Vittorio Sgarbi. “Aeterna – dice - è inequivocabilmente una condizione dell’arte intrinseca, lo dimostrano duemila anni di bronzi che perdurano e tendono per vocazione e resistenza a durare in eterno grazie al materiale e alla concezione dell’artista. L’eterno non è contingente o effimero. Si è creata una contraddizione tra l’arte eterna e l’arte contingente tale da partorire un’idea talmente estrusa dell’arte da portare il popolo a non riconoscere più l’arte stessa, equivoco straordinario tra ciò che è eterno, rifiuto o ripetizione. Lo dimostra la Merda d’Artista inscatolata nel Maggio del 1961 dove Piero Manzoni protesta contro l’ispirazione dell’eterno dell’artista ed i meccanismi dell’arte contemporanea. Anche l’effimero tendente alla morte diviene messaggio comune con l’atto del taglio o mutilazione del proprio corpo fisico. Si è creato un corto circuito comunicazionale, una sconnessione dati tra l’opera d’arte in se stessa e il concetto di se stessa. L’eterno è lasciare qualcosa di durevole nel tempo, mentre l’arte contemporanea rischia di essere un matrimonio di cui restano solo le fotografie”. Dante Fasciolo riflette il suo pensiero su Aeterna nel chiunque lasci un segno, lascia dell’arte il segno.
“L’arte è la rappresentazione del momento storico. C’è una ricerca di spiritualità nell’avanzare di uno squallore di vita, condizione che porta alla ricerca di stabilità di alcuni valori o virtù. Giovanni Paolo II parla di Voi Costruttori di Bellezza. Essere creativi e costruire bellezza è diverso. Il creativo ha la capacità cognitiva di creare secondo le differenze individuali. Il costruttore di bellezza pur essendo un creativo, ha uno scopo, la bellezza. Bellezza non solo estetica, ma di valori che potremmo riassumere nel concetto di spiritualità. Ad esempio quando facciamo riferimento alla natura, non facciamo altro che recuperare una sacralità esistente, ed ecco il fare dell’artista.
La storia ci ha dimostrato quanto gli artisti possano fortemente contribuire a ricostruire le coscienze. Questo fu l’impegno preso, finita la guerra, volendo ricostruire le coscienze degli Italiani. Ecco perché qualsiasi segno tracciato testimonia non solo tracce di vita di esistenza ma la possibilità di mettere un Timbro Tondo su questo Valore. Scopo del nuovo Movimento d’Arte Estetica Paradisiaca”.
Carlo Marraffa ricorda quanto Aeterna nel suo concetto puro di unione e fratellanza sia figlia del Movimento Estetica Paradisiaca teorizzato e voluto fortemente dallo storico dell’arte Daniele Radini Tedeschi e celebrato alla sala stampa della Camera dei Deputati sancendo per così dire un Nuovo Positivo Statuto. Il suggerimento di percorso è aperto a tutti ed utile nell’andamento in un momento di disordine costituzionale, difficoltà soggettiva e comportamenti distorti che si trasferiscono nel caso dell’artista in un’opera d’arte rischiando d’essere veicolo ed esempio negativo e forviante. Laura Trestin si veste d’artista riconoscendosi in una terra impropria. Il suo immedesimarsi la conduce nell’ottica del reale protagonista e quindi responsabile del messaggio, l’artista stesso. Amaro o dolce può essere il suo frutto, portatore di morte o di vita. Aeterna diventa una dimensione incommensurabile, dove l’uomo estremamente grande e fragile impugna la spada e lo scudo e diviene in questo caso l’Artista Cavaliere volto al Bene, rifiutando il male o l’indifferenza. Il dono concessogli implicita maggiore sensibilità che canalizzata e strumentalizzata, lo estranea, lo avvicina e lo eleva. Amore, dolcezza esecutiva e fratellanza sono i baluardi dell’Estetica Paradisiaca, identificati tramite il segno del colore e della forma, ricchi di simbolismo.
La conclusione verbale pratica del relatore è un augurio di buon lavoro a chi ha deciso di crescere caricandosi di queste sfide.
Stefania Pieralice encomiabile nella sua ferrea convinzione dell’equo tradotto nel messaggio d’Amore Universale verso l’osservatore e l’esecutore o artista, condizioni racchiuse proprio nell’Estetica Paradisiaca e in divenire in Aeterna, comunica il nome del nuovo direttore della Triennale di Arti Visive di Roma 2017, Gianni Dunil, ed anche quello dei collaboratori, Stefano Valeri, Simone Pieralice, Mario Bernardinelli, Luciano Carini. Grande e significativa sede espositiva quella del Vittoriano anche detto Altare della Patria, oltre a Palazzo Verdi e al Museo Venanzio Crocetti, dal 25 Marzo al 22 Aprile. La Triennale inoltre ospiterà Achille Bonito Oliva e Daniele Radini Tedeschi riconfermato Commissario al Padiglione Guatemala per la Biennale di Venezia 2017.
Lidia Bobbone
da sx Dante Fasciolo - Stefania Pieralice - Ignazio Vestroni da sx Lidia Bobbone - Emanuela Fera - Stefania Pieralice Carlo Marraffa - Salvatore Ruggeri - Carmelo Leone - SabrinA Bertolelli
Chi è Artista?
Chi è Artista?
Palermo 27 aprile 2016 - Dal latino medievale, artista è maestro d’arte. Il maestro d’arte presuppone maestria in un processo di produzione qualsiasi, come si evince nella traduzione della parola techne utilizzata nell’antica Grecia, tradotta come arte e intesa come maestria, da cui deriva il termine latino tecnicus radice di tecnica. L’Artista quindi opera nel campo dell’arte come creatore o come interprete, raggiungendo un livello di eccellenza in quella che è la sua unicità. Unicità creativa o interpretativa, in altre parole l’Artista, o meglio dire le opere o il risultato prodotto deve essere unico e riconoscibile fra tutti. L’artefice o l’artista è colui che trovata una forma unica, personale, d’espressione la gestisce con tale maestria da divenire espressione naturale e liberatoria. Ecco perché maestro d’arte, maestro della sua arte. L’Arte non è attività o artigianato. La Ars è arte liberale, libera dalla condizione manifatturiera, cioè tempo, dedizione ed attenzione legati al lavoro manuale. L’Arte è una magistrale comunicazione, libera e bella, se vogliono usare un gergo pubblicitario. Libera da ogni condizionamento imposto, bella perché vige l’equilibrio e l’ordine. L’opera d’arte quindi non è da vedere ma è da avvertire, e se si avvertono le vibrazioni si entra in connessione con essa. Connessione che porta alla concordia, all’amplificazione e alla risonanza, quindi all’amore. Si all’amore, ci si innamora di un opera d’arte fino a voler farla propria. Meccanismo difficile, ma non impossibile. Poi certo scattano anche meccanismi utilitaristici del tipo ti compro perché il mercato mi dice di farlo, un triste, seppur conveniente, matrimonio d’affari. Lidia Bobbone |
Sferoè - logo della rubrica d'arte di zed quotidiano online d'informazione arte - cultura - eventi
Sferoè: l'arte nella sua espressione più pura
Il logo della rubrica di pittura
Palermo 27 aprile 2016 – Cominciamo a dare vita alle rubriche che Zed conterrà. Sferoè, il nome richiama gli elementi primordiali di acqua,aria,fuoco,terra in cui è solo l'amore che li rende armonici. Senza amore viene minacciata la base stessa dell'esistenza perchè prevale il contrario negativo dell'amore che crea disarmonia ed instabilità. Il logo che contraddistingue questa rubrica è estrapolato da un quadro della pittrice palermitana Lidia Bobbone che gentilmente si è prestata ad utilizzarlo per Zed.
In Sferoè troveranno spazio commenti, opere di artisti, noti ed esordienti, ma anche di tutti coloro che vorranno porre una domanda sul mondo della pittura.
Lidia Bobbone
La rubrica viene inaugurata da Lidia Bobbone che, su nostra richiesta, ci ha dato un suo contributo sull'artista, chi è, e come vede la realtà. L'Amore è armonia ed ognuno potrà trovarlo accedendo al proprio tempio interiore. La pittura è un arte che si presta benissimo anche per esprimere gli stati dell'animo, dal più irrequieto al più felice, ma entrambi hanno bisogno di un cammino che ogni persona potrà compiere dopo essersi liberata dagli impedimenti materiali che impediscono il percorso all'interno di noi stessi. Cercate nella Home page del giornale, in basso a destra, questo logo e cliccateci per entrare e leggerne il contenuto.
Tonino Pitarresi
b o b b o n e 1 5 . 1 6
Personale d'Arte - Villa Niscemi - Palermo
si ringrazia il Sindaco di Palermo prof. Leoluca Orlando
PRESENTE IL SINDACO LEOLUCA ORLANDO ALLA CONFERENZA TENUTA DAL CRITICO D’ARTE PAOLO BATTAGLIA LA TERRA BORGESE PER RECENSIRE LA MOSTRA “15.16” DELLA PITTRICE LIDIA BOBBONE A PALERMO
“Un uomo di grande spessore e cultura, quale è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – ha dichiarato il Critico Paolo Battaglia La Terra Borgese - che con la forza della ragione, del dialogo e del confronto è intervenuto su temi filosofici, della spiritualità e della critica d’arte portando forti messaggi di tolleranza e pace a quella esposizione propria che lega tutte le essenze umane, tra gli uni e gli altri individui, tramite la rete impercettibile dei loro comportamenti.” Il critico ha poi argomentato il suo studio su un’opera in particolare, “ Uova: possibilità”, asserendo che questa sia occasione e spunto di ulteriore riflessione e approfondimento: nelle Sacre Scritture la colomba rappresenta lo Spirito Santo che discende sugli uomini. E conclude: “Esprimo anche il mio apprezzamento a Luciano Falletta per la cura del percorso espositivo, significativo di professionalità.”
“Un uomo di grande spessore e cultura, quale è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – ha dichiarato il Critico Paolo Battaglia La Terra Borgese - che con la forza della ragione, del dialogo e del confronto è intervenuto su temi filosofici, della spiritualità e della critica d’arte portando forti messaggi di tolleranza e pace a quella esposizione propria che lega tutte le essenze umane, tra gli uni e gli altri individui, tramite la rete impercettibile dei loro comportamenti.” Il critico ha poi argomentato il suo studio su un’opera in particolare, “ Uova: possibilità”, asserendo che questa sia occasione e spunto di ulteriore riflessione e approfondimento: nelle Sacre Scritture la colomba rappresenta lo Spirito Santo che discende sugli uomini. E conclude: “Esprimo anche il mio apprezzamento a Luciano Falletta per la cura del percorso espositivo, significativo di professionalità.”
“BOBBONE 15.16”
IMPUGNA IL COGNOME DELLA STESSA PITTRICE (LIDIA) LA PERSONALE A PALERMO DECISA DAL CRITICO D’ARTE
PAOLO BATTAGLIA LA TERRA BORGESE. SARÀ INAUGURATA SABATO 26 MARZO ALLE 11 A VILLA NISCEMI
Ecco lo studio del Critico
Dopo l’Art Nouveau, il movimento noto in Italia come stile Liberty, dopo le avanguardie del ‘900 come quella del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, poeta e autore teatrale …drammaturgo e quella dell’Arte Povera di Germano Celant, genovese, che nel 1967 conia questo termine e dopo la Transavanguardia neologistica di Bonito Oliva, consacrata tale nella Biennale di Venezia del 1980, che praticamente recupera la pittura tradizionale unendola a quelle di avanguardie storiche, in Italia si propone un moto artistico teorizzato nei primi anni del 2000.
Questo Movimento, tale perché definisce in modo sufficiente area, consistenza, confini problematici e pure quando è possibile descriverne la poetica in ambito storico-critico, si chiama l’Estetica Paradisiaca, e manifesta la determinazione di attuare una forma di Paradiso sulla Terra in una sorta di interpretazione dantesca. E di questo Movimento, oggi concretizzato con la presentazione a Marzo scorso presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, fa parte a pieni titoli la pittrice Lidia Bobbone per le sue opere - già catalogate nel Manifesto - le cui identità filosofiche, come vuole il progetto, sono tutte primariamente connotate da armonie cromatiche chiare, ed esprimono l’eguaglianza del dipinto rispetto a sé stessi per rappresentarne gli ideali, secondo le intenzioni del teoreta del Movimento.
Mi preme evidenziare, che queste qualità della Bobbone sono state consegnate alla memoria, sempre alla Camera dei Deputati, nell’ambito di una cerimonia, con un pubblico riconoscimento, che si aggiunge ad importanti ovazioni come la 56a Biennale di Venezia; come pure ''Artisti per il Giubileo'', mostra d'arte con il logo ufficiale dell'anno giubilare che impegna la nostra Bobbone nella duplice esposizione della Basilica Papale di San Paolo Fuori Le Mura e Palazzo Maffei Marescotti in Vaticano; per non parlare di annullo filatelico di Poste Italiane, realizzato con una opera di Lidia entrata a far parte della collezione storico postale che è esposta presso il Museo storico del Ministero dello Sviluppo Economico; persino la Chiesa si interessa a lei: è recente la acquisizione di due opere dell’artista nella Parrocchia di Santa Maria La Nova a Palermo; un'altra opera di Lidia è stata musealizzata nel Museo Civico di Arte Contemporanea Giandalia, di cui mi onoro essere io stesso il curatore nella mia qualità di consulente del Sindaco; e potremmo anche parlare di testi che si possono reperire nelle librerie, che parlano interamente di Lidia, presentati in RAI, in Mondadori.
Ora è doveroso ripercorrere competenze, successi e riconoscimenti dell’artista per lo studio di una sua mostra, tuttavia siamo qui a parlare del vernissage, termine col quale, un tempo, nel passato, si indicava l’abitudine dei pittori di invitare gli amici alla verniciatura del quadro appena finito. E il quadro appena finito, che celebra, quale “portavoce”, questa rassegna è, si intitola, “Uova: possibilità”.
Un potente messaggio che si distingue sulla bellissima locandina di questo evento, scherzosamente potremmo dire che le uova sono ancora fresche. C’è una ragione: la Pasqua che tra poche ore celebreremo. Il nome di questa ricorrenza deriva da un termine ebraico che significa “passare oltre” e dunque richiama il “passaggio”, cioè la “liberazione” del popolo di Israele dalla schiavitù egiziana. Pertanto, allegoricamente, il mutamento ad altro stato di esistenza. La Pasqua del nostro tempo ricorda la dipartita e la risurrezione del Salvatore quale arcano che custodisce l’affrancamento dell’uomo attraverso il suo “risveglio” alla vera vita. L’epoca attuale vive nella Pasqua la tradizione laico-pagana dell’uovo di cioccolato, che va ben oltre la naturale usanza sociale.
L’uovo è il simbolo della vita per eccellenza, dentro vi si forma la vita. Su questa tela dipinta senza cavalletto sono distese le tenuità di colori, pretese dal Movimento, per raffigurare quattro uova secondo le cosmogonìe che fanno dell’uovo l’immagine del creato, visto che si divide in due parti, il cielo e la terra, cioè l’Universo. Lidia Bobbone coglie l’incontro e porge alla nostra lettura anche il volatile stretto al rito della Pasqua: la colomba.
Nel dipinto l’astrazione della colomba è rappresentata dal fondo nudo della tela che, bianca di suo, è qui strumento rappresentativo della purezza di cui essa è simbolo, di innocenza e armonia, di dolcezza e amore, della prudenza. Così è il significato profondo della Pasqua e della Esistenza quali “Possibilità” raccontate da Lidia Bobbone.
Ecco lo studio del Curatore
L’eccezionale cinetica che osa fissare anche nel titolo questa prestigiosa personale del M° Lidia Bobbone appare arrogante nella pretesa di unire storia e futuro, musealizzazione ed avanguardia. Tuttavia la dinamica che regge l’azzardo è riscontrabile nella forza del messaggio e nella rapidità di comunicazione dello stesso dalla cui hegeliana sintesi nasce la potenza espressiva che permea l’intera esposizione. L’ equilibrio statico a cui tende utopicamente tale moto diviene tangibile nella sublimazione improvvisa tra ghiaccio e vapore, terra e cielo, inferno e paradiso. Universo tangibile, dunque, nel quale le ‘’Uova: Possibilità’’ del M° Bobbone si elevano a simbolo dei possibili futuri del mondo fluttuanti in quel liquido amniotico che è la libertà d’espressione splendidamente invocata dal M° Carmelo Leone, invitato alla 56° Biennale di Venezia presso il Padiglione Guatemala ed eccellente ospite della rassegna, nell’opera ‘’Testata Gionalistica’’ già esposta al 55° Salone Internazionale d’Arte Contemporanea di Béziers (Francia) e simbolicamente riproposta per il rilevante evento a Palermo.
L'italia degli Artisti
dalla 56° Biennale di Venezia al Giubileo della Misericordia
Talenti e Maestri a confronto
ARTISTI PER IL GIUBILEO
''LA NUOVA RINASCITA NELL'ESTETICA PARADISIACA''
PRIMA MOSTRA D'ARTE CON IL LOGO GIUBILARE
Con la presenza di Daniele Radini Tedeschi Commissario del Padiglione Guatemala alla 56° Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia, del Monsignor Valerio Nardo e del Monsignor Bruno Vercesi
GRAZIE ITALIA
Rassegna patrocinata dai padiglioni Grenada e Guatemala presenti alla 56° Biennale internazionale di venezia - Padiglione Guatemala
Presente Daniele Radini Tedeschi Commissario Padiglione Guatemala - Francesco Elisei Commissario Padiglione Grenada
6° MEMORIAL SALVO D'ACQUISTO
Annullo Filatelico di Poste Italiane
Premio Arte Pentafoglio predispone per l'occasione una cartolina raffigurante l'opera "In Poltrona" dell'Artista Lidia Bobbone dove verrà apposto l'annullo filatelico riproducente un'altra opera della stessa in memoria dell'eroe che salvò vite al posto della sua
L'opera "Donne Madonne" musealizzata al Museo civico d’Arte Contemporanea
Palazzo Giandalia Castronovo di Sicilia con recensione critica di Paolo Battaglia La Terra Borgese
MUSEO CIVICO D’ARTE CONTEMPORANEA DI PALAZZO GIANDALIA
IN SICILIA RESE PUBBLICHE LE RECENSIONI DEI PRIMI ARTISTI LE CUI OPERE SONO GIÀ STATE MUSELIZZATE Il consulente artistico del Comune di Castronovo di Sicilia Paolo Battaglia La Terra Borgese ha già inviato all’assessore alla cultura Giorgio Piazza le motivazioni. “Recensire deriva dal latino “riflettere” – afferma Paolo Battaglia La Terra Borgese – ed è l’atto di cimentarsi nella produzione di un testo valutativo e interpretativo riguardo un’opera. L’obiettivo dell’esame critico è quello di fornire un’analisi contenutistica ed estetica che sia realistica ed esaustiva. Noel Coward, un commediografo britannico, scomparso nel 1973, poneva il seguente dubbio: il quadro d’autore è composto dal dipinto e da una firma, ed io mi domando quale delle due cose valga di più. Pablo Picasso, pittore e scultore spagnolo, anche lui scomparso lo stesso anno distingueva: pittore è colui che dipinge quel che si vende; artista, invece, è colui che vende quel che si dipinge. Il grandissimo pittore Tiziano assunse come motto: l’arte è più potente della natura. Lo scalo al quale ormeggia la raziocinante ricerca di fondamento oggi, dove la relatività giustamente guida ogni aspetto della concretezza, deve portarci a capacità cognitive nuove che possano definire meglio, con maggiore precisione, il profilo dell’opera di artisti emergenti che si concretino capaci di nuove autenticità. Questi scenari dove trasmutazione e trasformazione connotano nuove idee, se non addirittura scuole, ci devono preparare ad interpretare nelle stesure cromatiche e nella costruzione pittorica nuove definizioni, che siano adatte ai tempi, alle società, alle culture e, non ultime, alla tecnologia ed al progresso scientifico e umano.” |
ESSERI
Premio Volume Arte Pentafoglio
Paolo Battaglia La Terra Borgese Critico d'Arte e Presidente di Premio Arte Pentafoglio conferisce il Premio ''Volume Arte Pentafoglio'' per l'Arte a Lidia Bobbone in sede RAI Sicilia in diretta streaming - Presenta il Direttore RAI e Giornalista Salvatore Cusimano Intervengono il Sindaco di Castronovo di Sicilia Francesco Onorato e l'Art Manager Luciano Falletta oltre che un vasto pubblico e giornalisti
GIORNALE DI SICILIA
L'arte vince al museo
29/04/2015
DE SIGNO
Catalogo monografico "De Signo" dedicato alla prestigiosa esposizione al Piano Nobile
e Galleria di Villa Niscemi di una selezione di opere premiate
IIa Biennale Internazionale di Palermo
Catalogo
Vittorio Sgarbi presente alla mini personale al Loggiato di San Bartolomeo e alla Wunderkammer al Real Albergo delle Povere
''SEGNALATI DALLA CRITICA''
BIENNALE INTERNAZIONALE DI PALERMO
PREMIO DELLA CRITICA
SPECIALE NELLA RIVISTA OVERART
PREMIO RUBENS PIETER PAUL 2015
Premio Federico II°
Dama dell'Arte del Mediterraneo
"Artista nella Storia"
Oscar degli emirati arabi 2015 - Gran Premio città di Abu Dhabi
united arab emirates oscar 2015 - grand prix abu dhabi city
"The Pantokrator" 2015
Arte tra storia teologia e filosofia
I COLORI DELLA VITA
Riconoscimento Artistico Etico Morale "Io dico no alla violenza"
Il genio dell'Arte
speciale su Effetto Arte - direttore Paolo Levi
EXPOART
a cura di Francesca Mezzatesta patrimonio vivente unesco e critico d'arte
Bebopart
Le opere inserite in questo sito di vendita rappresentano una selezione della produzione artistica.
Per ulteriori informazioni visitare la sezione "Contatti". The artworks included in this site for sale are a selection of an artistic production.
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Libro Emozioni d'Arte
di Anna Francesca Biondolillo Critico e direttore Breathing Art
Pubblicati "La Madre e il bambino" opera esposta a Brugge, Premio Michelangelo 2015 e "Donne Madonne" Musealizzata presso il Museo Civico d'Arte Contemporanea di Palazzo Giandalia - Castronovo di Sicilia
Breathing Art
''La Madonna''
premiata alla biennale Europèenne Paris
Pubblicazione dell'opera premiata alla 1° Biennale Europea di Parigi nel catalogo redatto per l'evento.
Publication of the artwork awarded at the 1st European Biennial of Paris in the catalog drafted for the event.
Publication of the artwork awarded at the 1st European Biennial of Paris in the catalog drafted for the event.
LIBRO ECCELLENZE a cura di paolo levi
critico e storico dell'arte di fama internazionale
Carrousel du Louvre
Premio Art Taormina
Speciale Louvre
Pubblicazione di un opera nel bimestrale settembre-ottobre 2014 "Effetto Arte"
Publication of an artwork in the september-october magazine 2014 "Effetto Arte"
Publication of an artwork in the september-october magazine 2014 "Effetto Arte"
Grande Exposition Universelle
l'Artista espone l'opera ''benedetta'' nel Salone Gustave della celeberrima Torre Eiffel
con il patrocinio del comune di Palermo
Pubblicazione di un opera nel catalogo della Grande Exposition Universelle - Tour Eiffel 2014 "Effetto Arte"
Publication of an artwork in the Grande Exposition Universelle catalogue of the Tour Eiffel 2014 "Effetto Arte"
Publication of an artwork in the Grande Exposition Universelle catalogue of the Tour Eiffel 2014 "Effetto Arte"
effetto arte - collezione
Pubblicazione di un opera nel bimestrale novembre-dicembre 2014 "Effetto Arte"
Publication of an artwork in the november-dicember magazine 2014 "Effetto Arte"
Publication of an artwork in the november-dicember magazine 2014 "Effetto Arte"
Artista nella Storia
speciale su Effetto Arte - rivista bimestrale - EA Editore - direttore Paolo Levi
25 stars
Lidia Bobbone tra le 25 Stars dell'arte contemporanea per EA editore, la cui rivista Effetto Arte è sicuramente da annoverare tra le più prestigiose e diffuse a livello nazionale ed internazionale fregiandosi di un supporto critico che vede in prima linea la figura di Salvatore Russo e di una direzione eccelsa come quella di
Paolo Levi. |
Lidia Bobbone among the 25 Stars of contemporary art for EA publisher, whose magazine "Effetto Arte" is certainly one of the most prestigious and international magazines that can vaunt a media critic who sees the figure Salvatore Russo heightened by that of Paolo Levi.
Pubblicazione di un opera nel bimestrale novembre-dicembre 2014 ed
eccezionale inserimento di un opera nel fascicolo celebrativo "Le 25 Stars di Effetto Arte".
Publication of an artwork in the november-dicember magazine Effetto Arte 2014 and exceptional insertion of an artwork in the commemorative dossier "25 Stars of Effetto Arte".
eccezionale inserimento di un opera nel fascicolo celebrativo "Le 25 Stars di Effetto Arte".
Publication of an artwork in the november-dicember magazine Effetto Arte 2014 and exceptional insertion of an artwork in the commemorative dossier "25 Stars of Effetto Arte".
Speciale premio Arte Catania
ea editore - direttore Sandro Serradifalco
Pubblicazione di un opera sul catalogo e sull'articolo dedicato all'evento "1° Premio Arte Catania" in rivista
nel bimestrale novembre-dicembre 2014 "OverArt"
Publication of an artwork in the catalog and in the article dedicated to the event "1° Catania Art prize" in the november-dicember magazine 2014 OverArt
nel bimestrale novembre-dicembre 2014 "OverArt"
Publication of an artwork in the catalog and in the article dedicated to the event "1° Catania Art prize" in the november-dicember magazine 2014 OverArt
Artisti internazionali al Louvre
International Artist at the Louvre
CATALOGO ARTISTI INTERNAZIONALI AL LOUVRE
Catalogo "Artisti Internazionali al Louvre''
Catalog "International Artists at the Louvre"
Catalog "International Artists at the Louvre"